Como, petizione contro il sindaco
Online discussioni animate

Sta facendo parecchio discutere la petizione online per chiedere le dimissioni di Landriscina

Como

Giovedì sera era arrivata oltre quota 2500 firme. I due schieramenti, favorevoli e contrari all’ordinanza, difensori e non di Mario Landriscina, si stanno dando battaglia a colpi di commenti sul web. Per averne un’idea, è sufficiente andare sulla pagina Facebook de “La Provincia di Como” o sul sito “change.org” dov’è ospitata la lettera.

«I cittadini di Como hanno già scelto Landriscina – scrive Marco Rezzonico, uomo vicino al primo cittadino e candidato alle scorse elezioni con la lista civica a sostegno del candidato di centrodestra - è chiaro che la frase era rivolta ai consiglieri comunali espressione della scelta dei comaschi. Vogliamo continuare a giocare sugli equivoci?».

Il riferimento è a quanto pronunciato settimana scorsa dal sindaco, durante una conferenza stampa: «Non devo fare carriera, se la città me lo chiedesse mi alzerei in questo momento e me ne andrei». La frase ha dato lo spunto a Luciano Canova, da poco trasferitosi a Como da Milano, per lanciare la petizione.

«E cosa sono 2mila firme di non comaschi?», rincara la dose Ester Prina, mentre Grazia Riggi aggiunge: «Ha fatto bene il sindaco di Como, piena solidarietà. Fanno tutti finta di non capire, falsa solidarietà fa solo ulteriori danni incrementa la criminalità». Donata Losito, invece, argomenta in modo più conciliatorio: «Sicuramente un errore non consentire ai volontari di distribuire le colazioni ai senza tetto, ma decoro e solidarietà possono tranquillamente coesistere».

Se sui social i “tifosi” di Landriscina sono in vantaggio, il risultato è ribaltato sulla piattaforma change.org: «Firmo perché il sindaco della città in cui sono nato e vivo non può rappresentarmi con questo ennesimo segnale d’intolleranza nei confronti di chi è meno fortunato di noi», scrive l’imprenditore Moritz Mantero. «Como non si merita un sindaco così spregevole e cinico», chiosa il sindacalista Leone Rivara. «Questo provvedimento – è il pensiero di Lorenzo Gamba - va contro la dignità delle persone più povere». E il dibattito continua.

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