Como , strisce fantasma
Pedoni a rischio
E nessuno interviene

Manca l’azienda per la manutenzione e le procedure per l’appalto stanno andando a rilento. L’assessore: «Non c’è il contratto, solleciterò ancora»

Strisce pedonali fantasma in buona parte della città, dal centro alla periferia. Da via Bellinzona (dove praticamente tutti gli attraversamenti sono cancellati) fino a via Borgovico, ma anche in zona Camerlata (in via Pasta, ma anche a Rebbio in Varesina). Niente vernice nemmeno sul lungolago e a Sant’Agostino, dove passano ogni giorno migliaia di turisti.

Si tratta di un rischio per i pedoni che rischiano di essere investiti anche perché in alcune zone, dove ci sono curve, è difficile per gli automobilisti vedere la segnaletica orizzontali. Ma qual è il motivo delle condizioni delle strade, che va avanti da tempo ormai? L’assenza di contratti di manutenzione già da diverso tempo. Negli ultimi mesi sono state avviate le procedure per individuare la ditta che dovrà occuparsi di ridipingere la segnaletica orizzontale, ma ancora non è stata individuata.

«È in corso la riaggiudicazione della gara - spiega l’assessore ai Lavori pubblici e Viabilità Vincenzo Bella, che fin dal suo insediamento aveva detto di voler puntare molto sulla sicurezza stradale - ed è chiaro che le strisce vanno ripassate. Non è stato fatto perché non c’è ancora la ditta della manutenzione». E chiude dicendo: «Non posso fare altro che sollecitare ed è quello che farò nuovamente poiché parliamo di interventi necessari».

Non si tratta, e lo conferma lo stesso assessore, di un problema di fondi anche perché una quota delle multe stradali (circa 2,3 milioni comminate dalla polizia locale) deve essere obbligatoriamente destinata al miglioramento della sicurezza stradale e, ovviamente, rientrano gli attraversamenti pedonali. Il nodo è tutto burocratico: la mancanza della ditta per le manutenzioni impedisce, di fatto, gli interventi.

Si tratta, per semplificare, della stessa condizione in cui si trovano buona parte delle manutenzioni. L’ultimo episodio emerso è quello delle fontane (spente, senz’acqua o rotte, ma senza alcun intervento), ma si può tranquillamente aggiungere anche il caso degli orologi, che si trascina da diversi mesi o quello degli impianti di illuminazione di proprietà comunale.

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