Como, truffa dello specchietto
a un’anziana
«Mi hanno chiesto 7mila euro»

Accusata di avere stretto la curva e avere urtato un pedone. «Alla fine le ho dato 60 euro per farla andare via e ho chiamato mio figlio»

«Signora, signora, si fermi! Mi ha urtato con la sua macchina, mi ha fatto male al braccio e mi ha rovinato l’orologio»: sono passate da poco le 10 di ieri mattina quando a Breccia, tra urla e rincorse affannose in mezzo alla strada, va in scena un classico della frode all’italiana, un raggiro noto come la “truffa dello specchietto”.

Vittima, una anziana signora di 84 anni, che era alla guida della sua macchina tra via Risorgimento e via Malvito. Ha scelto con attenzione il luogo dove appostarsi la truffatrice, una donna ancora giovane (sui 40 anni), e vestita con cura: proprio all’angolo dove vi è l’ufficio postale, perché è qui che voleva condurre la sua preda, per costringerla a prelevare una grossa somma di danaro, addirittura settemila euro a titolo di risarcimento. Alla fine, anche perché l’anziana non si è fatta convincere del tutto dai modi gentili e affettati, ma fin troppo insistenti della sua controparte, si è dovuta accontentare di appena sessanta euro.

«Ma un po’ mi sono spaventata» racconta la signora un’ora dopo, quando è attorniata dai suoi parenti e sul posto sono intervenuti i carabinieri di Rebbio. «Glieli ho dati solo per farla andare via, non ne potevo più» confessa. Presa per sfinimento, insomma. La figura esile, ma ben presente con la testa, ha chiamato al telefono i figli intuendo che c’era qualcosa che non andava nelle richieste esose di quella donna. La quale, a sua volta, capendo che la situazione poteva in breve volgersi al peggio, ha preso quei sessanta euro e si è dileguata facendo perdere le proprie tracce. All’anziana signora non è restato altro che denunciare il fatto e parlarne, con parenti e amici, per mettere in guardia altri dai rischi che si corrono anche guidando senza fare incidenti.

Ricostruisce così la vicenda: «ero sulla mia macchina quando ho svoltato a destra e ho sentito quella donna che mi correva dietro urlando. Diceva che avevo stretto troppo la curva e che l’avevo strisciata con la macchina, colpendola al gomito e all’orologio. Io non capivo, aveva una parlantina che mi stordiva. E ho avuto paura di averle fatto male per davvero, fino a quando mi ha chiesto di prelevare tutti quei soldi. Mi sembravano tanti, ho chiamato mio figlio al telefono, e poi, visto che quella insisteva, ho aperto il portafogli, ho tirato fuori sessanta euro».

La donna ha poi presentato formale denuncia ai carabinieri di Rebbio.

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