«Comune nel panico
per l’inchiesta paratie»

Sfogo dell’ex segretario generale Stufano: «Tutto bloccato per l’inchiesta penale»

Nel gennaio 2016 l’uno-due costituito dall’Anticorruzione prima e dalle perquisizioni della Procura poi hanno causato «un clima tale da impedire di prendere qualsiasi iniziativa sul caso paratie». Con dirigenti e amministratori che avevano il «rifiuto di adottare qualsiasi decisione», un «apparato tecnico distrutto» e «un clima di abbandono e fuggi-fuggi». A raccontarlo in Tribunale, nel processo paratie, è l’ex segretario comunale Tommaso Stufano, chiamato da Mario Lucini nell’estate 2015.

Come ogni medicinale (se di medicinale si è trattato veramente lo dirà la sentenza finale) anche l’inchiesta amministrativa, penale e contabile sulle paratie ha avuto i suoi effetti collaterali. Ben spiegati dall’uomo chiamato a capo della macchina burocratica di Palazzo Cernezzi. Alla domanda del pubblico ministero, Pasquale Addesso, sui motivi per cui dopo la delibera di Raffaele Cantone il Comune non abbia più mosso un dito e non abbia approvato la variante, Stufano ha spiegato: «Dopo il parere dell’Anac, la Procura e i suoi provvedimenti, la Corte dei Conti e i suoi procedimenti non era più possibile andare avanti».

La testimone sicuramente più attesa della giornata è stata l’ex assessore Daniela Gerosa. Visibilmente emozionata, ma estremamente precisa nelle sue risposte, l’ex componente della giunta Lucini ha precisato di non essersi «mai sentita ingannata dal sindaco» e di non aver «mai avuto la sensazione che si volesse tenere nascosto qualcosa sulla questione paratie. Anzi, il sindaco ha sempre risposto esaustivamente e tempestivamente a tutti gli assessori che volevano informazioni sullo stato del procedimento».

Il resoconto completo dell’udienza di ieri e il punto aggiornato sul processo sul quotidiano in edicola oggi, giovedì 19 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA