Contagi a Como città
La ripresa dopo le ferie
In due settimane 44 casi

Dal 6 al 20 agosto nessun nuovo positivo, poi il cambio di rotta. Da inizio epidemia si sono ammalate 565 persone, 4427 in tutta la provincia

Quarantaquattro positivi al Covid in due settimane a Como città. Segno inequivocabile che, il rientro dalle vacanze, si è anche portato dietro i contagi che nel capoluogo erano fermi ormai da più di venti giorni. Dall’inizio di agosto (il 6 per la precisione) fino al 20, infatti, il report regionale indicava - complessivamente - 521 malati nel capoluogo dall’inizio dell’epidemia. Numero rimasto costante e senza alcun nuovo contagio.

Dopo Ferragosto

Le cose, però, hanno cominciato a cambiare proprio dopo Ferragosto, a partire dal 21 con un positivo in più. E da lì, via via, quasi ogni giorno (con pochissime eccezioni), si è registrato almeno un nuovo positivo. Il record giornaliero, con otto casi solo nel capoluogo, risale allo scorso 4 settembre (con 561 malati totali rispetto ai 553 del giorno precedente). L’età si è indubbiamente abbassata e sono soprattutto i giovani a risultare positivi ai tamponi (si è registrato anche il caso di un bambino di dieci anni residente a Como, ma al momento ancora in vacanza, dove è sottoposto a tutte le misure di controllo). Poi però, e questa è la paura, è che una volta rientrati a casa rischiano di contagiare anche nonni e i parenti più fragili.

Ieri altri due casi positivi in città che portano così i nuovi malati, negli ultimi venti giorni, a quota 44. Il dato percentuale tra il numero dei contagiati e la popolazione, va detto, si mantiene abbastanza basso , essendo pari allo 0,68%(a Cantù, ad esempio, è all’1,05%, a Erba l’1,71% senza contare realtà come Albese che, a causa della presenza di una casa di riposo, ha visto la percentuale arrivare al 4,78% o, per la stessa ragione, i Comuni di Sala Comacina al 7,69%, Fizzasco al 6,14 o Centro Valle Intelvi al 3,05%).

I dati provinciali

A livello provinciale il rapporto è pari a 0,74% con un totale di 4.427 casi dall’inizio dell’epidemia e 638 decessi. Proprio quest’ultimo dato è molto confortante, visto che non se ne registrano, a causa del Covid, ovviamente, da alcune settimane. A un aumento dei contagi non corrisponde un analogo aggravamento delle condizioni di salute dei malati e questa è un’ulteriore conferma della minore gravità dei casi e dell’età più bassa di chi contrae il virus, in molti casi asintomatico e curabile a casa senza bisogno di ricovero ospedaliero.

Per quanto riguarda il totale dei malati e dei morti si tratta, vale la pena precisarlo, della fotografia redatta dalla Regione Lombardia in base ai dati certificati e, quindi, ai tamponi eseguiti. Le stime reali, poi, sono sicuramente molto più alte come hanno evidenziato gli studi dell’Istat che hanno preso in esame i decessi o le proiezioni sulla diffusione del virus tra la popolazione.

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