Contagi alle stelle in città
Bar e locali chiudono

Molte le saracinesche abbassate in centro: «Non c’è gente in giro, inutile restare aperti così»

«Da domenica c’è il deserto». Da una parte, i contagi hanno colpito tutte le categorie, compresa quella dei bar e dei ristoranti. Dall’altra parte, da qualche giorno le persone a spasso per Como sono davvero poche. Risultato: tantissime serrande abbassate in centro.

In piazza Volta, per esempio, il Krudo, uno dei bar più apprezzati dai giovani e punto di riferimento della vita notturna, ha deciso d’anticipare le ferie e ha appeso un cartello di carta annunciando la chiusura dall’11 al 21 gennaio, mettendo in fondo un cuore e la scritta “a presto”.

«Abbiamo lavorato tre giorni in concomitanza con i saldi – spiega il proprietario Davide De Ascentis – poi, il numero di clienti si è ridotto drasticamente. Inoltre, a parte chi del personale si è ammalato, non ci sono persone in giro». In piazza, ieri pomeriggio, non era l’unico bar a essere chiuso. Per esempio il bar Volta, di solito aperto tutti i giorni dalla mattina alle 2 di notte, aveva le luci spente.

La situazione non cambia in altre zone. Chiuso per ferie anche il Caffè dei viaggiatori, frequentatissimo locale di piazza Pinchetti. Per la stessa motivazione, riaprirà solo mercoledì 19 gennaio la pasticceria Mignon on the lake di piazza Mazzini.

Anche ieri, nonostante la bella giornata, c’era pochissima gente in piazza Duomo, stesso discorso per i portici Plinio e la prima parte di via Luini, oltre a intere vie senza anima viva. «Il primo cliente è entrato alle 11.40», conferma Piergiorgio Ronchi della Cucinantica di via Diaz. «Sono riuscito a smontare gli addobbi natalizi – continua – senza che passasse nessuno in strada».

Lo scenario

Anche a ridosso delle mura, il frequentatissimo chiosco di piazza Vittoria “Millegusti” non lavora dalla vigilia. Al bar “Ai portici” di via Maestri Comacini è appeso un cartello indicante la chiusura: “Causa di forza maggiore! Ci scusiamo! Si riapre lunedì 17 gennaio”.

Spostandosi un po’ fuori dalla città murata, la situazione non cambia. Per esempio, in via Borgovico si notano tante serrande abbassate. Alla pasticceria “Dolciamo”, per esempio, i titolari hanno scritto un messaggio per avvisare i clienti: «Purtroppo dobbiamo chiudere per qualche giorno... Vi faremo sapere il prima possibile la data di apertura». Di fronte, il pastificio Gilio di via Borgovico è chiuso fino al 15 gennaio, con disappunto di una potenziale cliente.

Nei locali aperti, ieri pomeriggio, si contavano comunque poche persone, segno che, fra contagi, quarantene, freddo e smart working, molti comaschi sono chiusi in casa.

Un’altra cartina di tornasole è il traffico: lungo il girone si vedevano poche vetture. Anche il lungolago appariva sgombro e percorribile senza un minimo di traffico. Pure i parcheggi si trovavano con molta più facilità rispetto a due giorni fa. Insomma, pur in assenza di lockdown, è come se la città avesse deciso, complice l’impennata dei contagi, di uscire il meno possibile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA