Coronavirus, ci sono altre sei vittime
«Ci attendono ancora mesi molto duri»

Casi in crescita nell’ultima settimana, ieri 121 - Il primario del Sant’Anna: «Purtroppo non è finita qui. C’è tanta brace, rispettare le norme per evitare incendi»

Altri 121 positivi e sei decessi. L’andamento della pandemia nel nostro territorio vive un momento di relativa quiete, pur con una curva in salita e una pressione sugli ospedali che resta costante.

Resta il timore che la terza ondata si abbatta con violenza come specchio dei comportanti dei cittadini durante le vacanze di Natale.

Ieri a fronte di 31mila tamponi analizzati i nuovi positivi sono stati solo il 7%, il tasso di positività resta fermo. I positivi di Como seguono i dati di Milano (+544), quelli di Brescia (+365) e quelli di Varese (+218), anche Pavia (+206), Mantova (+202) e Monza (+129) sono in salita.

Purtroppo dei 51 decessi pianti in Lombardia, un numero modesto rispetto alla tragica media registrata alla metà di novembre, 6 interessano i comaschi.

Sono 1.530 i lutti nella nostra provincia dall’inizio della pandemia, è stata più crudele la seconda ondata rispetto alla prima.

L’incremento settimanale dei contagi in rapporto al numero degli abitati a Como è uno dei maggiori in Lombardia, dietro solo a Mantova. Si è passati da 770 nuovi positivi settimanali a fine dicembre, a 1123 nella prima settimana dell’anno fino ai 1434 la scorsa.

L’aumento calcolato rispetto alle settimane precedenti cresce velocemente a Brescia, a Cremona, ma di nuovo anche a Como e a Mantova. Sono questi i territori più a rischio, rispetto ad altre province dove invece la pandemia si sta raffreddando. Ad esempio Milano e Monza, in parte anche Varese.

«Saranno ancora mesi duri, la pandemia non è finita – dice Luigi Pusterla, primario delle Malattie infettive del Sant’Anna – occorre stare molto attenti perché i contagi in questo momento sono come una brace pronta alla minima paglia a far divampare di nuovo le trasmissioni». Dal Veneto, alla Germania, all’Inghilterra, il virus corre veloce e questa è una pandemia globale, che non ha confini. La speranza dei medici è che la curva non salga come tra novembre e ottobre, il momento in cui Como è stata colpita più duramente. Chiudere tutto in un vero terzo lockdown sarebbe lo strumento più semplice, sebbene economicamente doloroso. Detto che l’isolamento di massa è una misura preventiva, da mettere in azione prima che l’onda diventi alta e tragica. Negli ospedali lombardi i malati Covid continuano a salire, non ancora nelle terapie intensive, ma soprattutto nei reparti ordinari.

La bilancia pende dalla parte degli accessi invece che dalla parte delle dimissioni. Sono abbastanza stabili rispetto all’ultima settimana i pazienti positivi ricoverati nella rete pubblica dell’Asst Lariana, in totale sono 225.

I malati Covid al Sant’Anna sono 167, di cui 13 in terapia intensiva più uno fermo in pronto soccorso. Al Sant’Antonio Abate di Cantù ci sono 30 pazienti positivi, 4 in rianimazione più tre in pronto soccorso. I casi lievi seguiti al polispecialistico di Mariano Comense sono 14, mentre nella degenza aperta in Napoleona i malati con sintomi non acuti sono 9.

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