Coronavirus: #Comousciamodicasa
Podcast e Skype
Da oggi lezioni on line

Strumenti diversi e situazione a macchia di leopardo negli istituti. Molti sperimentano, il liceo Volta: «Qui si usa da tempo la teleconferenza»

«Cari ragazzi, la scuola resta chiusa, ma voi non pensate di essere in vacanza. Questa settimana si torna a lavorare». Così Daniela Versace, insegnante di Scienze al Giovio, ha strigliato i suoi studenti, via Whatsapp, su una di quelle chat di classe che ai tempi del Coronavirus ospitano anche i prof e si confermano un mezzo potentissimo di comunicazione a distanza.

Gli strumenti

«Non sappiamo quanto ancora durerà lo stop - dice la docente -, forse a lungo, se il trend dei contagi prosegue in aumento. Io e diversi colleghi ci stiamo attrezzando con gli strumenti a nostra disposizione. Un esempio è la piattaforma Classroom, ci permette di caricare materiali digitali consultabili. I ragazzi, come tutti noi del resto, hanno subito un disorientamento iniziale. Ora però dobbiamo reagire e riprendere a fare scuola, in modo un po’ alternativo. Al rientro, spero il prima possibile, sarebbe bello avviare dei dibattiti in classe a tema Covid-19, con la partecipazione di esperti».

I maturandi sollevano perplessità e preoccupazioni. «Vedo plausibile l’ipotesi di spostamento in avanti delle date degli esami - ha dichiarato Simone Ronchetti, in quinta al Volta, liceo classico - anche se le istituzioni ci rassicurano del contrario. Sarebbe un vero disagio, a me piacerebbe sostenere il test di ingresso a Medicina in settembre e ho paura di non riuscire a preparami per tempo».

Le scuole della provincia si sono attivate per fornire supporti didattici online, ma qualcuno ha giocato d’anticipo. Come la quarta C (o meglio, la seconda liceo, sezione C, perché qui i primi due anni di scuola sono la quarta e la quinta ginnasio) del Volta. Una classe dove la tecnologia è di casa e l’e-learning è un’esperienza che non ha destato sorpresa. «Ricorriamo a Skype per lezioni in teleconferenza da parecchio - ci ricorda un’alunna di questa classe, Isabella Malatrasi - e adesso ci tornano ancora più utili. Con i nostri professori di Storia, Filosofia, Letteratura, cerchiamo di mantenere gli orari curricolari. L’unica differenza è che seguiamo da casa, davanti al pc. Possiamo intervenire in diretta con il microfono e chiedere spiegazioni o chiarimenti. A mio avviso il metodo è davvero efficace, ma sarei cauta nell’estenderlo troppo. Il rischio infatti è perdere socialità e spirito di gruppo».

Spiegare Cicerone, Catullo e Lucrezio via podcast? Al Giovio si può fare. In vista di un periodo abbondante di sospensione dalle attività causa virus, Gennaro Amandonico, professore di Italiano e Latino, si è già attrezzato: «Nel weekend - spiega - ho preparato alcuni contenuti di letteratura latina da pubblicare sulle varie piattaforme virtuali. Insegno in una classe del quadriennale e sono uno degli insegnanti formati sui programmi di didattica digitale. Più che le videoconferenze, mi pare molto comodo inviare ai miei ragazzi delle presentazioni in Power Point, accompagnate dalla mia voce a introduzione di un argomento. Le registrazioni sono brevi, mezz’ora al massimo, perché poi la concentrazione tende a calare. C’è la possibilità di mettere in pausa e, nel frattempo, ricontrollare gli appunti”. In un momento delicato e, stando alle parole di Amandonico, “mai vissuto in quarant’anni di insegnamento”, il suggerimento ai più giovani è quello di gestire bene il tempo libero, leggere libri, guardare film, studiare le materie su cui si è meno ferrati.

I percorsi

Messaggio condiviso anche dal dirigente del Setificio, Roberto Peverelli: «Come era inevitabile - afferma - la scorsa settimana si è persa un po’ la concentrazione. Adesso dobbiamo impegnarci a invertire la rotta, ripartire nell’ottica di una chiusura prolungata. I ragazzi sono chiamati a organizzare meglio il loro tempo, in vista della fine dell’anno. Per quanto riguarda i docenti, ad oggi la percentuale di quelli che già insegnano con l’ausilio delle nuove tecnologie è del 30%. Siamo pronti a far crescere questo dato, per esempio tramite corsi di formazione a distanza dedicati ai nostri professori».

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