Coronavirus in Ticino
Primi fondi alle imprese
E la Lega: aprire i negozi

Tra una settimana potrebbe tornare operativa una quota rilevante delle attività produttive

Da questa mattina, ancora in piena emergenza coronavirus (i contagi stanno rallentando, non così i decessi) il Canton Ticino allargherà (e in maniera importante) i cordoni della borsa, provvedendo ad erogare le indennità per i lavoratori indipendenti, che secondo i primi calcoli dovrebbero aggirarsi tra i 40 ed i 50 milioni di franchi al mese. Bellinzona ha ufficializzato ieri un’altra decisione in favore delle aziende, portando da 3 ad un massimo di 6 mesi la forbice del lavoro ridotto, che arriverà ad interessare fino a 100 mila lavoratori, inclusi i frontalieri. Qui l’impegno economico si aggira attorno ai 300 milioni di franchi al mese. Nel massimo della concretezza - per iscriversi agli Uffici regionali di Collocamento -, basterà una semplice mail, senza ulteriori aggravi burocratici.

Da questa mattina alcune attività riapriranno, su tutte quelle che hanno a che fare con la manutenzione del verde. Il Cantone di confine - 2900 i contagi, 251 i decessi e 517 i pazienti dimessi il bilancio di Bellinzona (25623 i contagi a livello federale con 1129 decessi) - sta già ragionando anche sulla “fase due”, anche perché l’influente Associazione delle Imprese Ticinesi ha già evidenziato la necessità di ripartire gradualmente da lunedì prossimo. Notizia questa che riguarda da vicino anche molti lavoratori frontalieri. A precisa domanda, ieri pomeriggio, il capo dello Stato maggiore di condotta cantonale, Matteo Cocchi, ha fatto sapere che «queste misure sono oggetto di discussione in questi giorni all’interno del Governo cantonale».

La sensazione è che da lunedì prossimo almeno una parte delle attività produttive ticinesi potrebbe rimettersi in moto. Una sollecitazione in tal senso è giunta anche dal settimanale della Lega dei Ticinesi, il “Mattino della Domenica”, diretto da Lorenzo Quadri, che ha parlato in maniera molto marcata della necessità di rialzare al più presto le saracinesche dei negozi. La Seco - la Segreteria di Stato dell’Economia - ha fatto notare, qualche giorno fa, che il numero dei disoccupati è destinato a raddoppiare. Quindi il Ticino sta studiando efficaci contromisure anche in tal senso, sempre con i frontalieri nel ruolo di spettatori particolarmente interessati. L’appello a non recarsi in Ticino per le festività pasquali ha funzionato. Una trentina le sanzioni comminate nel lungo week end pasquale. Sempre in tema di “fase due”, giovedì è previsto un importante summit operativo a Berna. E’ evidente che la Svizzera abbia la necessità di ripartire, ma per il Ticino molto dipenderà - come rimarcato in questi giorni - anche da quanto avverrà in Italia. «Il Canton Ticino ha rispettato le regole», l’affermazione perentoria del Capo di Stato maggiore di Condotta cantonale. E questo potrebbe rappresentare un punto a favore di chi ormai è già proiettato verso una parziale riapertura delle attività economiche.

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