Covid, variante inglese a Rebbio?
Per ora nessuna risposta

Alla Ca’ d’Industria un record di contagi ma per ora dai laboratori non sono arrivati riscontri

La rapidità con cui il focolaio si è diffuso nella struttura di Rebbio della Ca’ d’Industria ha fatto subito pensare alla variante inglese del virus, che si trasmette molto velocemente. I vertici della residenza per anziani faticano però a trovare delle controprove. L’Asst Lariana spiega che i campioni sono stati indirizzati al Sacco di Milano dove però non si è al momento proceduto all’analisi e quindi al sequenziamento del virus.

La ragione è che al momento nel nostro Paese questi controlli mirati e molto approfonditi non vengono effettuati in maniera preventiva, ma solo sulle persone in arrivo dall’estero, magari proprio dall’Inghilterra. La Ca’ d’Industria ha pianto la scomparsa di 22 ospiti e registra 83 positivi che si spera diventino negativi la settimana prossima, medita di cercare altrove la possibilità di effettuare questo test. Vorrebbero capire se davvero si tratta di variante inglese.

L’Ats Insubria per questi controlli, ad esempio sui passeggeri sbarcati a Malpensa, si appoggia per lo più all’ospedale San Matteo di Pavia. In alternativa anche i laboratori dell’Asst Sette Laghi di Varese sono attrezzati, non quelli dell’Asst Lariana a Como.

Ma, spiegano sempre dall’Agenzia per la tutela della salute, le normative non prevedono che queste analisi vengano fatte a tappeto su tutta la popolazione positiva, soltanto in maniera specifica per gli arrivi dall’estero ed eventualmente i loro contatti. È anche una questione di costi, il sequenziamento del virus è oneroso e il campione deve stare fermo per giorni in laboratorio. Sono molti però gli esperti, virologi e scienziati, a chiedere un passo avanti al nostro sistema di tracciamento. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità ha invitato a raccogliere le nuove sequenze genetiche del virus individuate nel mondo. Sì perché non c’è solo la variante inglese che grazie alla sua rapidità sta mettendo in ginocchio l’Inghilterra e altre nazioni del vecchio continente e per la quale comunque i nuovi vaccini hanno dimostrato di funzionare.

C’è la ancora poco conosciuta variante brasiliana, in realtà isolata in Giappone, che ha fatto esplodere i contagi in maniera drammatica. C’è una variante sudafricana, una australiana e perfino una sequenza tracciata a Brescia. Le variazioni rilevate sono numerose, ma ad interessare la scienza sono soprattutto i cambiamenti che il virus ha nei comportamenti e nelle strategie. S. Bac.

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