Da Volt a “Volta”, sì del sindaco all’idea. I fisici: «Meglio investire sulla scienza»

Il dibattitoLa proposta lanciata da Giulio Casati di cambiare il nome dell’unità di misura - Rapinese: «Sostengo la sua battaglia ma serve la collaborazione di tutta la comunità»

Restituire ad Alessandro Volta la “a” che manca al volt, l’unità di misura della differenza di potenziale elettrico, per ristabilire agli occhi del mondo la diretta linea di paternità fra quel termine tecnico, la figura del grande scienziato e la città che a costui ha dato i natali.

Un’operazione, ha scritto il fisico Giulio Casati sull’Ordine di ieri - l’inserto culturale domenicale de “La Provincia” - che non solo emenderebbe l’iniquo trattamento subito da Volta (il nome di nessun altro scienziato utilizzato per definire un’unità di misura o un termine scientifico è stato storpiato) ma che restituirebbe a Como enormi potenzialità legate allo sfruttamento turistico della figura dello scienziato.

«Volta si chiama Volta, Como non è la città di Volt...»

Una prospettiva, questa, molto cara al sindaco Alessandro Rapinese, fin dalle sue dichiarazioni in campagna elettorale. E Giulio Casati trova subito in Rapinese una sponda entusiasta alla sua proposta.

«Casati è un patrimonio della città - dice il sindaco - e non vedo l’ora di “sfruttarlo” appieno. Ha sempre dato un contributo fondamentale e il fatto che l’unità di misura del potenziale elettrico sia stata storpiata da Volta a volt è un caso unico nella storia del mondo. Il joule è rimasto tale, non è stato cambiato. Non ha nessun senso e condivido e sostengo la battaglia del professor Casati. Ne abbiamo parlato all’inizio del mandato e ho chiesto la copertura della comunità scientifica. Con quella sono pronto a contribuire a portare avanti l’istanza a livello mondiale. Volta si chiama Volta, Como non è la città di Volt e la via non è via Volt...».

Un tema talmente caro al Comune che l’Amministrazione sta lavorando a una versione arricchita delle celebrazioni voltiane. «Ci stiamo organizzando, sono stati fatti dei passi anche nelle ultime ore - conferma Rapinese - Ma per il momento non dico nulla: ci sono la Fondazione Volta e un assessore che se ne occupano. Posso garantire però che vogliamo dare massimo risalto. Volta è senza dubbio il nostro cittadino più illustre. E, tra l’altro.

«Il cambio del nome non porterebbe beneficio a Como»

La comunità scientifica ancora non si è espressa, ma due autorevoli colleghi di Casati non si nascondono le difficoltà di un cambio di nomenclatura, pur sottoscrivendo lo spirito della proposta.

«Sicuramente il livello di conoscenza della storia della scienza è in generale molto basso - dice Leo Miglio, docente di Scienza dei materiali e Fisica all’Università di Milano Bicocca - Io ai miei studenti per ogni formula che si richiama a uno scienziato allego la sua foto, il nome, e qualche dato biografico, perché questo tipo di conoscenza è andata erodendosi con il tempo. È giusta l’idea quindi che si sappia da dove viene il nome del volt, ma da qui a pensare di cambiare la nomenclatura... vasto programma, come direbbe De Gaulle».

«Il cambio del nome da volt a volta non porterebbe beneficio a Como - dice Massimo Caccia, professore di Fisica all’Insubria - Sarebbe meglio rafforzare la nostra presenza nel contesto della divulgazione scientifica, nel nome di quel che è stato fatto da Volta e con l’energia dataci dalla presenza della Fondazione Volta. Le potenzialità sono enormi, basti pensare all’incredibile successo rispetto della mostra fotografica sul Cern. Como è stata una città molto importante per la scienza, ricordiamo il congresso dei fisici del 1927 e il ruolo che ha avuto nella nascente fisica quantistica. Manteniamo viva questa tensione, questa consapevolezza nelle istituzioni, negli stakholder, negli amministratori e nei cittadini. Dalla scienza nasce l’innovazione e dall’innovazione nasce un’economia più solida».

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