Dal re svizzero degli orologi
una casa per minori a Rebbio

Carlo Crocco, patron di Hublot, finanzia per intero la costruzione. «L’idea? Nata da un incontro con don Giusto: sarà un luogo di educazione»

Sono cominciati i lavori di demolizione e ricostruzione della palazzina con l’obiettivo, davvero ambizioso, di concludere entro il 23 dicembre di quest’anno. Un’impresa, se rispettati i tempi.

Per l’anno prossimo, quindi, a Rebbio, in via Giussani, sorgerà una nuova casa per minori e mamme in difficoltà con figli.

La realizzazione sarà possibile grazie a una sostanziosa donazione, vicina al milione di euro, proveniente da oltreconfine. Già, la nuova struttura, tre piani più un seminterrato, sarà regalata alla città dalla fondazione svizzera “Main dans la main”. «Preciso però un aspetto: mi sento italiano e svizzero, perché sono nato e cresciuto a Milano e poi mi sono spostato nella nazione di confine per lavoro», racconta Carlo Crocco, 75 anni, patron del marchio di orologi di lusso “Hublot” e ideatore dell’ente benefico nato nel 1998.

«All’inizio - continua - il desiderio era aiutare i minori stranieri non accompagnati, in particolare dopo quanto accaduto tre anni fa durante l’estate. Poi, ho conosciuto persone bravissime impegnate nel volontariato alla parrocchia di Rebbio e, infine, ho incontrato don Giusto: da lì è nato tutto. Oltre a essere aperto al quartiere e alla città, sarà un luogo d’educazione e integrazione. Il progetto è molto buono, va a intercettare un bisogno. Inoltre, si sposa benissimo con gli scopi della nostra organizzazione».

La fondazione, infatti, ha a cuore il tema dei minori (ha progetti in corso in diversi paesi in via di sviluppo, fra cui l’India) e proprio su questo argomento si è avvicinata a Rebbio, quando era forte in città il tema dei minori stranieri di passaggio sul territorio. Nel corso dell’ultimo anno, poi, è continuato il dialogo insieme con la parrocchia e la cooperativa Symplokè, coinvolta come potenziale gestore dei futuri servizi.

I servizi previsti sono tanti. Ci sarà uno spazio diurno dedicato ai ragazzini inviati dai servizi sociali, con attività educative, ricreative e di sostegno nei compiti. Poi, una comunità per minori (per ora l’ipotesi di lavoro prevede che si tratti di bambini di età compresa tra gli zero e i sei anni), capace di ospitarne fino a dieci giorno e notte, tutti i giorni dell’anno. Non mancherà una comunità per mamme sole con figli, uno spazio di accoglienza e pronto intervento, destinato ai bambini da alloggiare in modo urgente, in attesa di collocazione e, infine, alcuni piccoli appartamenti per l’avvicinamento all’autonomia.

Il progetto e la direzione dei lavori è affidata allo studio Architetti associati Mario Cappelletti & Andrea Ceriani di Mariano Comense. La proprietaria dell’immobile è la fondazione, che darà in comodato d’uso alla parrocchia di Rebbio. «Il progetto è maturato nel tempo e ha subito cambiamenti per adeguarsi alla realtà in cui si troverà - spiega don Giusto Della Valle -. Nato per offrire un riparo ai minori stranieri non accompagnati, ora si apre ai piccoli di qualsiasi nazionalità, con un’attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità».

Il bisogno sul territorio c’è, basti andare a vedere le cronache delle ultime settimane, con le misure cautelari che hanno colpito alcuni ragazzi, tutti under 18, residenti in città. Purtroppo, sul territorio ci sono genitori che fanno fatica a occuparsi dei propri figli ed è cruciale trovare il modo con cui dare loro una mano: «Crediamo possa essere una risorsa importante per il quartiere - continua Della Valle - e lo sarà ancora di più se riuscirà a lavorare in sinergia con le realtà già attive in quest’ambito, dall’oratorio ai centri di aggregazione giovanile».

Soddisfatta anche l’amministrazione comunale che, tramite l’assessore ai Servizi sociali Alessandra Locatelli, sottolinea come la struttura risponda ad alcune priorità del territorio.

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