Daniela Gerosa al pm
«Indicai io il progettista»

L’assessore sulle paratie: «Contattai Dal Sasso per fargli fare la terza perizia»

Si occupò dell’autorizzazione paesaggistica post muro: fu un esame parziale

È ancora inverno quando, in un freddo metà pomeriggio, Daniela Gerosa siede nell’ufficio del pubblico ministero Pasquale Addesso. E, più o meno a metà del botta e risposta con il magistrato, spiega: «Contattai l’architetto Dal Sasso per sondare la sua disponibilità per la redazione dello studio di fattibilità della terza perizia di variante». Ma il pm le fa notare: «Dal Sasso non ha partecipato allo studio di fattibilità, bensì ha avuto l’incarico per redarre (sic) la terza perizia di variante». E l’assessore: «Come mi fa notare Dal Sasso non è tra i professionisti che si sono occupati dello studio di fattibilità. Io lo contattai in quanto mia conoscenza di vecchia data e ottenni la sua disponibilità. Ma sulle forme di collaborazione non so nulla, se ne occuparono Ferro e Gilardoni».

Dalle carte dell’inchiesta sulle paratie sfociata, mercoledì scorso, nell’arresto dell’ex direttore lavori e dell’ex responsabile del procedimento si scopre che tra le persone “informate sui fatti” sentite in Procura vi sono anche dei politici. E, nello specifico, l’assessore a mobilità, trasporti, reti ed edilizia pubblica Daniela Gerosa. Chiamata dal pubblico ministero perché, tra il 2010 e il 2011, lavorò per l’amministrazione provinciale e fece parte della commissione incaricata di rilasciare le autorizzazioni paesaggistiche alle varianti post-muro per il cantiere sul lungolago. Le stesse che l’amministrazione Lucini ha considerato carta straccia, realizzando un progetto sostanzialmente differente al punto da spingere Anac e Procura dire: serviva una nuova gara d’appalto.

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