Disastro stadio, il Manchester fugge
Bocciato pure per l’allenamento

Guardiola e i suoi calciatori prenotano a Villa d’Este in vista del match con l’Atalanta. Ma dopo aver visto le condizioni del Sinigaglia il club cancella tutto e sposta la squadra a Milano

Parole, rendering, grandi promesse. Il futuro dello stadio Sinigaglia è tutto qui, nel ritornello reso popolare da Mina. Il presente, invece, è l’onta di una squadra come il Manchester City che fugge dalle meraviglie del Lario perché il campo da gioco del Como non è considerato degno neppure per un allenamento.

La vicenda, in sintesi, è questa. Nelle scorse settimane, saputo che il match di Champions League contro l’Atalanta del 6 novembre prossimo si sarebbe giocato a San Siro, la società campione in carica della Premier inglese si è mossa per cercare una location adatta in vista dell’incontro. E la scelta è caduta, quasi naturalmente, sul Villa d’Este, considerata una soluzione perfetta.

Da qui la decisione di procedere con una prenotazione delle stanze per staff tecnico e giocatori, anche in considerazione della presenza, a pochi chilometri, di uno stadio di calcio che ospita partite ufficiali di campionato, ancorché di serie C.

Un incaricato dal Manchester City si è preso quindi la briga di contattare il Comune e il Calcio Como per poter effettuare un sopralluogo al Sinigaglia, oltre che verificare la disponibilità dell’impianto per far allenare i calciatori di mister Guardiola. Ed è qui che sono sorti i problemi. Perché l’emissario dei campioni della Premier League ha dovuto constatare che le condizioni in cui versa lo stadio Sinigaglia - in particolare la zona della palestra e degli spogliatoi - sono talmente precarie da renderlo del tutto inadatto pure per una semplice seduta di allenamento.

Per carità, i campioni d’Inghilterra sono abituati bene - basti pensare alla scelta del Villa d’Este o alle immagini che arrivano dall’interno degli spogliatoi prima degli incontri di Champions - ma è chiaro che a spingere la società ad annullare la prenotazione al Grand’Hotel di Cernobbio, per optare su un trasloco a Milano, sono state le condizioni di una struttura ormai obsoleta. E così, a causa di anni di chiacchiere a vuoto, Como perde un’altra occasione.

Inaugurato il 30 luglio 1927, lo stadio Sinigaglia da oltre trent’anni è al centro del dibattito politico - con promesse annesse - sul suo futuro. Già Sergio Simone, ex sindaco di Como, nel 1985 presentò in consiglio comunale un progetto che prevedeva la costruzione di un nuovo impianto. Stefano Bruni nel suo programma elettorale del 2002 prometteva: nuovo stadio multifunzionale per Como. Nel 2011 il caso stadio finì in Commissione urbanistica. Nel 2014 furono Pietro Porro e soci a sognare un restyling del Sinigaglia. Quindi arrivarono i tedeschi, le speranze di Mario Lucini, l’ennesima doccia fredda. Ora tocca alla giunta di Mario Landriscina progettare, promettere, garantire, auspicare. Per poi fallire? Ai posteri l’ardua sentenza. Sul presente basti il “no, thank you” del Manchester City.

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