Docenti no vax, pagati per non insegnare
I presidi: «Una situazione senza senso»

Da ieri gli insegnanti sospesi sono rientrati. Ma la norma dice: non possono fare lezione - C’è chi riordina la biblioteca e chi dovrebbe programmare: «Dura trovare lavori per tutti...»

«È una situazione assurda». Da ieri i docenti lariani sospesi perché non vaccinati sono rientrati in servizio. In città, sono una ventina ad aver varcato di nuovo, dopo parecchi giorni, l’ingresso della scuola. Però, e qui sta il paradosso, i prof non possono insegnare o svolgere attività a contatto con gli alunni.

Quindi: cosa possono fare? Secondo il ministero devono occuparsi di programmazione, laboratori e biblioteca. Perplessi, per usare un eufemismo, i presidi lariani.

«Non ne ho capito il senso – spiega la preside di Como Centro Valentina Grohovaz – però, ovviamente, non giudico e farò quanto indica il Miur. Per il momento, ho dato il compito di catalogare e ordinare la biblioteca. Stiamo così: ma non è un impegno che verosimilmente potrà durare in eterno. Peraltro, io ho i locali sempre pieni, laboratori compresi. Per i miei plessi lo spazio è un problema: quindi non so nemmeno dove possano stare».

Il ministero ha equiparato gli insegnanti non vaccinati a quella dei docenti inidonei. Ciò vuol dire che tale personale avrà un orario di lavoro pari a 36 ore settimanali. «Ci sono state proteste, ma non è certo una mia idea – aggiunge Grohovaz – peraltro, sono tante ed è difficile trovare una mansione in grado d’impiegarle tutte. C’è anche la produzione di materiale didattico, ma non credo basti».

Roberto Peverelli , preside del Setificio, conferma che la situazione è un po’ assurda: «Ne parleremo con loro – continua – la circolare ministeriale afferma si possa programmare, progettare e occuparsi della documentazione. Però, è davvero difficile pensare che riescano a riempire un’intera giornata di lavoro. Anche perché, per esempio, la progettazione didattica sarebbe comunque in astratto, poiché loro non potranno entrare a contatto con gli studenti».

A questo proposito, con una nota proprio il Miur fornisce alcune indicazione sulle attività dei docenti sospesi. Nello specifico, il ministero scrive che gli insegnanti «dovranno svolgere vari tipi di supporto, come il servizio di biblioteca e documentazione, l’organizzazione di laboratori, il supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, le attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell’ambito del progetto d’istituto».

Come sottolineato dai dirigenti lariani, però, è davvero complicato trovare un impiego in grado d’impiegare tutta la giornata.

«Noi siamo obbligati ad accettare la decisione del Governo – conclude il preside del Ciceri Vincenzo Iaia – però, ecco, diciamo che la scelta non riscuote il massimo delle simpatie. Non è davvero facile trovare un’attività per un docente che non può tornare in classe. Peraltro, da noi è solo uno: altrimenti, avendo i locali pieni, non saprei davvero dove farli stare».

È bene ricordare come, per accedere ai locali della scuola, resti obbligatorio fino a fine mese il Green pass base: per cui, i docenti non vaccinati dovranno effettuare un tampone antigenico rapido ogni 48 ore o molecolare ogni 72 ore.

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