«Dodici ore in attesa al Pronto soccorso». Nei reparti d’emergenza ormai la situazione è critica

Sanità La denuncia del segretario della Uil del Lario: «Sono arrivato al Sant’Anna poco prima di mezzogiorno, sono stati visitato alle 11 di sera dimesso la mattina dopo»

Un giorno intero in attesa al Pronto soccorso, anche il segretario generale della Uil del Lario costretto a vivere il disagio del reparto d’emergenza. «Sono arrivato all’ospedale Sant’Anna mercoledì poco prima di mezzogiorno - racconta Salvatore Monteduro – sono stati visitato alle 11 di sera per poi essere dimesso alle otto di ieri mattina. L’impressione è che mancassero medici di turno, così raccontavano i sanitari. L’unico presente, sia chiaro, si è fatto in quattro. Nessuno mette in discussione l’impegno e la professionalità degli specialisti del Pronto soccorso. Un reparto dal quale purtroppo in molti scappano. È il sistema che non regge, troppe persone senza alternative non hanno ricevuto in tempi decenti una risposta ai loro bisogni di cura».

Mercoledì sera c’erano in Pronto soccorso 35 persone in coda (11 codici gialli, 16 verdi e 8 bianchi quindi lievi) e altre 24 in trattamento (6 rossi, 10 gialli 8 verdi). L’app regionale dava in affanno anche gli altri reparti d’urgenza, al Valduce, Cantù e Erba. Il portale sui tempi d’attesa dell’Asst Lariana è invece da settimane in aggiornamento. «Il problema andrebbe affrontato a monte – dice Monteduro – partendo dalla formazione dei giovani specialisti, comprendo i vuoti sempre più ampi della medicina generale».

Ecco la risposta fornita dall’Asst Lariana: «Siamo consapevoli delle lunghe attese che i cittadini devono talvolta affrontare e l’impegno di tutto il personale perché i disagi siano contenuti è massimo. Fatte salve le emergenze e le urgenze, la decisione di recarsi in Pronto soccorso dovrebbe sempre essere preceduta da un contatto con il proprio medico di medicina generale o con la continuità assistenziale (a disposizione nelle ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi quando il proprio medico non è rintracciabile). Più gli accessi sono appropriati e minori sono le attese. Al Pronto soccorso, infatti, è sempre il paziente più grave ad avere la precedenza perché l’obiettivo principale è garantire il trattamento dei casi che necessitano di interventi immediati, diagnostici e terapeutici».

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