Dodici ore di attesa al Pronto soccorso
Caos e proteste. «Troppi pazienti»

Il primario Roberto Pusinelli: «Riceviamo, in media, 200 accessi ogni 24 ore» - Molti gli accessi anche al Valduce. E puntuali arrivano le lamentele degli utenti coinvolti

Como

Ieri mattina al pronto soccorso del Sant’Anna c’erano 72 persone. Alcune in attesa, altre già in fase di trattamento.

Con un tempo di attesa media di 14 ore per un codice bianco, non è consigliabile decidere di mettersi in coda.

Per un codice verde l’attesa era di 12 ore e mezza. Circa dieci ore e 45 minuti per un codice giallo, ovvero una situazione definita «mediamente critica». Si contava la presenza anche di 3 codici rossi: casi urgenti.

Anche nel primo pomeriggio l’attesa era assolutamente lunga. Ma è stata soprattutto la notte precedente a essere complicata per soccorritori e specialisti, tale da ripercuotersi poi sulla giornata successiva.

Alcuni pazienti, che sono stati trasportati al Sant’Anna lunedì poco prima delle sette di sera per un incidente (fortunatamente non si tratta di situazioni gravi), sono usciti alle 9 e un quarto di ieri mattina.

Basta fare un rapido calcolo per quantificare l’attesa: 14 ore in pronto soccorso, dalla sera alla mattina. I malcapitati raccontano quindi di un’attesa interminabile, mentre avevano davanti persone in fila già da diverse ore prima del loro arrivo.

«Di notte, dopo molte ore d’attesa, per la mancanza di sedie alcune persone si sono perfino sedute per terra per cercare un minimo di sollievo – racconta un cittadino - Quando è arrivata la notte fonda molti di noi non erano ancora stati visitati. Hanno perciò spento le luci per farci dormire».

La soglia del sovraffollamento al pronto soccorso di San Fermo scatta con 145 accessi al giorno.

«Adesso riceviamo in media 200 accessi ogni ventiquattro ore – spiega Roberto Pusinelli, primario del Pronto soccorso dell’Asst Lariana – l’altra sera tutto si è complicato per un incidente stradale con alcuni casi gravi che hanno rallentato i lavori. Ma, in generale, superate le ondate Covid siamo tornati ai livelli pre-pandemia».

La prima ondata aveva creato il deserto negli ospedali, tra la seconda e la terza fase della pandemia c’è stato un ritorno e ora siamo alla normalità. Una normalità già critica nel 2019. Al netto degli specialisti e degli infermieri in forze nei reparti d’urgenza, il Sant’Anna ha in progetto anche di ampliare gli spazi del pronto soccorso, da sempre carenti.

Siamo alla fase della progettazione, un primo intervento si concentrerà sul pronto soccorso pediatrico, poi toccherà a quello generale.

Non è migliore la situazione al Valduce, soprattutto durante l’ultima notte e, di conseguenza, anche la mattina con 46 cittadini in coda. Il pronto soccorso di via Santo Garovaglio era descritto come sovraffollato anche a metà giornata.

«Assistiamo come prima fragilità, anziani, si vedono i primi problemi respiratori - dice Riccardo Bertoletti, il direttore sanitario del Valduce – ma anche i bisogni più critici e urgenti come ictus, infarti e coliche. Il numero d’accessi è tornato a essere, come prima, molto consistente».

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