E il Comune inventò i “velocipiedi”
Come da ordinanza... “digirenziale”

Errori e sviste dello stampatore sui nuovi cartelli posizionati all’ingresso dei varchi della zona a traffico limitato

Sono sfuggite allo stampatore e ai dirigenti comunali un paio di gustose sviste apparse sui nuovi cartelli che annunciano la zona a traffico limitato. Installati in vista dell’arrivo delle nuove telecamere che registreranno il tempo di permanenza in città murata, i segnali, ricoperti con la consueta e costosa pellicola catarifrangente, graveranno sulle tasche del contribuente non meno di un centinaio di euro l’uno, importo da moltiplicare per ciascuno degli otto varchi di piazza Verdi, via Indipendenza, Carducci, Cairoli, Grassi, Cinque Giornate, Diaz. I segnali hanno tenuto a battesimo una nuova categoria di veicoli esenti da divieto, quella dei “velocipiedi” - antiche biciclette senza pedali o pedoni frettolosi? - e una nuova casta di privilegiati, quella dei proprietari di «veicoli autorizzati da ordinanza “digirenziale”», cioè firmata dal dirigente o dal digerente, chi lo sa.

Chi scrive su queste colonne non può certo ergersi ad autorità in materia di refusi altrui, ma è indubbio che un giornale costi molto meno di un cartello e, soprattutto, non si compra con i soldi pubblici. È possibile che il Comune, a questo punto, chieda la sostituzione allo stampatore. Al quale certo nella stesura non ha giovato imbattersi in termini, come quello di velocipede, ritenuti desueti perfino dai dizionari, e resuscitati solo dal codice della strada.

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