Emergenza alberi, nessuno li cura,
Rischio di cadute sulle nostre strade

L’agronomo: «Manca un monitoraggio», Dal centro alla Oltrecolle, quante piante “pericolanti”

Mai tanto vento come quest’anno sulla nostra città, con raffiche che hanno superato i 100 chilometri all’ora. Qualunque sia la causa, gli effetti sono evidenti in particolare sulla vegetazione, rigogliosa ma abbandonata a se stessa nei boschi che circondano le strade immediatamente fuori dal centro abitato, rinsecchita e sofferente invece nei lacerti liberi da cemento e asfalto tra i palazzoni della convalle. In entrambi i casi, esposta alla furia degli elementi e fonte di pericoli.

Un’evidenza che emerge dal dato degli interventi dei vigili del fuoco, che da inizio anno hanno accumulato 71 uscite dal comando di via Valeggio solo per caduta alberi sul territorio comunale. Proprio ieri due episodi, con intervento dei pompieri: una pianta è caduta in via Canturina, non lontano da piazza d’Armi, e un’altra in via Dante.

Tutta colpa del vento? «Ci sono due ragioni per cui una pianta può soffrire - dice Angelo Vavassori, agronomo - Una è contingente, ed è data dagli eventi atmosferici, dalle calamità. L’altra discende da tutto quello che si fa o meglio, non si fa, per avere cura di una pianta. L’abbattimento di un così elevato numero di alberi quest’anno è dovuto sicuramente alle tante giornate di vento, ma il loro numero avrebbe potuto essere inferiore se si fosse fatta una accurata manutenzione del verde, che non significa solo potature, peraltro eseguite in modo alquanto discutibile».

Vavassori lancia l’allarme sulle condizioni del patrimonio verde nella nostra città, ponendo l’accento sulle situazioni di rischio, una su tutte la via Oltrecolle, dove la vegetazione è totalmente protesa verso la strada. Ma anche in centro, dove non sono infrequenti i casi di piante secche e sul punto di crollare.

«Manca un piano di governo e di monitoraggio. Per le aree boschive, che rappresentano il 60% del territorio comunale, basta dire che Aprica nel primo semestre dell’anno raccoglie 800 tonnellate di legname precipitato nel primo bacino per eventi atmosferici. Questo vuol dire che il bosco non è più curato, non è più una risorsa economica da sfruttare e coltivare. Un paradosso, se pensiamo che importiamo dall’estero migliaia di tonnellate di segatura per realizzare i pannelli di riempimento utili all’industria dell’arredamento basata in Brianza».

Solo colpa del vento? «No, quest’anno ci si è messa anche la siccità, abbiamo avuto un inverno con tre mesi senza precipitazioni, ma tanto sole. Il che ha fatto disidratare e seccare molte piante giovani, con un apparato radicale ancora modesto. E qui si vedono i limiti del verde in città. Dipende anche dal fatto che vi sono difetti di progettazione: non si possono piantare alberi ad alto fusto lasciandogli un metro quadrato di spazio».

Vegetazione in sofferenza in centro si segnala in via Dante, via Petrarca, via Aristide Bari, via Ambrosoli, via Crispi. Financo il cedro di palazzo Cernezzi appare in grave difficoltà.

Fuori dal centro, un po’ tutte le strade con vegetazione a lato presentano situazioni di pericolo: oltre alla già citata via Oltrecolle, anche le vie Per San Fermo, Rienza, Zampiero, le strade per la Spina Verde e il Monte Goi. «Interveniamo prima che sia troppo tardi - esorta Vavassori - Non facciamo che ci scappi un morto a causa dell’incuria».

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