Epifania, folla in centro
Il vescovo:«L’amore prima di tutto»

Monsignor Cantoni ha presieduto il pontificale dedicato all’arrivo dei Magi a Betlemme

L’Epifania chiude le festività natalizie anche se, quest’anno, le proiezioni luminose in centro andranno avanti fino a domenica.

Ieri pomeriggio gli autosili più centrali hanno registrato il tutto esaurito già prima delle 17. Nessun posto libero al Valduce, ma anche in via Auguadri e al Centro Lago di via Recchi e si sono registrati rallentamenti in zona stadio e lungo il girone. Tantissima gente ha scelto di fare un giro in città, dove c’era anche la Befana della Città dei Balocchi, oltre ai palazzi illuminati (proiezioni fino a domenica).

Ieri pomeriggio in Duomo il vescovo Oscar Cantoni ha presieduto il pontificale, preceduto dai Vespri, invitando i fedeli, nella sua omelia, a rimettere la fede al centro e, soprattutto, umiltà e amore. «I Magi, che dall’Oriente si mettono in cammino - ha detto rappresentano quegli uomini, anche quelli di oggi, che cercano ovunque spiragli di luce, attratti dalla verità, dalla sete di giustizia e conquistati dalle sorgenti dell’amore. Gli uomini di tutti i tempi sperimentano un bisogno irresistibile di luce, perché senza di essa nessuno può vivere né crescere. “Chi fa la verità viene alla luce”, dice Gesù nel vangelo. I Magi sono espressione di quanti, anche oggi, hanno il coraggio di rimettersi continuamente in cammino, di quanti accettano di compiere un pellegrinaggio interiore, in ogni età della vita».

Attenzione, però, a come si cerca la verità. Monsignor Cantoni ha spiegato che non ci si deve accontentare «di mezze verità»: «La sapienza divina ci mette in guardia dal lasciarci incantare da certe luci abbaglianti, che a prima vista sembrano decisive per conquistare la verità, ma che poi si rivelano ingannevoli e vuote perché non ci permettono di raggiungere la nostra libertà di figli di Dio e deturpano la nostra dignità». Ecco allora che i Magi «hanno saputo andare oltre» e arrivati a Betlemme davanti a un bambino «non hanno disquisito, semplicemente lo hanno adorato, prostrandosi umilmente. L’umiltà è la grande condizione della fede, della vita spirituale, della santità».

E il vescovo ha concluso dicendo: «Per poter entrare nel mistero di Dio e aderirvi occorre prima mettersi in ginocchio, stupirsi della sapienza divina, che si rivela non in forme altisonanti, ma nella semplicità dell’amore. Le cose di Dio prima vanno amate e poi si comprendono. È necessaria sì la ragione, ma essa deve essere preceduta dall’amore. Se ami, conosci. Se credi, vedi. Dio ti si rivela. Se ami, il Signore ti fa conoscere le sue vie, ti aiuta a camminare sui suoi sentieri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA