Evasione e riciclaggio, 29 denunciati

La Guardia di finanza conclude un’indagine su un giro di oro, gioielli e contanti per 2,5 milioni di euro. Triangolazione finanziaria tra Dubai, Lugano e Como. L’obiettivo: trasferire all’estero i proventi del “nero”

Nel pacco proveniente da Marcenise consegnato settimanalmente dal corriere espresso in un appartamento preso in affitto a Milano da un 58enne comasco di Lanzo d’Intelvi, sotto la bigiotteria arrivavano anche lingotti in oro. Gli stessi lingotti (7 chili in tutto) che i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Como hanno sequestrato lo scorso febbraio allo stesso uomo e a un 62enne di Colverde. Entrambi sono finiti in carcere.

La Procura di Como e gli uomini della Tributaria della Guardia di finanza hanno chiuso una maxi inchiesta (29 le persone coinvolte in totale) su un clamoroso - ancorché presunto allo stato - riciclaggio di denaro e di oro e contrabbando di pietre preziose. Complessivamente in un paio d’anni di indagine i finanzieri avrebbero ricostruito la fuga all’estero, addirittura verso banche di Dubai passando da società fiduciarie svizzere, di qualcosa come 2,6 milioni di euro in contanti, oltre mezzo milione di franchi svizzeri, di 25 chili d’oro e di pietre preziose - tutte sequestrate dai finanzieri nel corso di una perquisizione in quel di Valenza Po - per un valore commerciale stimato in oltre 8 milioni di euro. Gli inquirenti hanno poi anche messo le mani sull’officina di Lurate Caccivio che - almeno stando all’ipotesi investigativa - predisponeva ingegnosi doppifondi nelle auto utilizzate dagli spalloni di valuta.

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