Eventi per l’estate ancora in ritardo
Comune contestato dai gruppi culturali

Anche quest’anno il bando per i contributi arriva in ritardo e non piace alle associazioni locali. «Burocrazia assurda, sarà un’altra estate desolante»

Tutto sbagliato, tutto da rifare. Sono queste le reazioni degli operatori culturali comaschi davanti al “Bando multimisura per la concessione di contributi straordinari in ambito culturale, misura 2” presentato un mese fa dal Comune di Como e in scadenza proprio in giornata.

«In una situazione normale – ha commentato Cecilia Casella di Nota su Nota e Officina della Musica – non c’è nulla di male a fare un bando in cui gli organizzatori anticipano i soldi e gestiscono tutto dall’inizio. In un post lockdown in cui la metà degli operatori deve pagare i debiti di tre mesi di chiusura non si può più ragionare in questo modo. L’anno scorso siamo stati l’unica realtà comasca a partecipare al bando sugli eventi estivi, di dieci date presentate ne sono state accettate quattro, mentre altre agenzie non comasche hanno visto accolte tutte le loro proposte. Io non partecipo più ad un bando in cui, oltre a rimetterci dei soldi, com’è accaduto negli anni scorsi, vedo passarmi davanti chi questo territorio non lo vive e non ne conosce il pubblico. A questo, si aggiunge il fatto che le graduatorie saranno pubblicate entro 45 giorni dalla scadenza del termine. Sono anni che organizzo eventi estivi a Como e so che la finestra temporale perché funzionino va dalla metà di giugno alla fine di agosto, ad essere ottimisti, perché dopo, purtroppo, aumentano i rischi legati al maltempo. Senza dimenticare, poi, che la città e i cittadini si meritano proposte di qualità, e non eventi al risparmio tanto per farli».

Anche Music for Green Events di Gabriele Gambardella ha deciso di non partecipare. «Oltre all’impossibilità, in questo momento storico, di fare progetti la cui concretizzazione non è certa, è necessario sottolineare la poca chiarezza di alcuni punti del bando, soprattutto per quanto riguarda i rimborsi. In altre realtà ci sono bandi che escono l’anno prima per quello successivo e restano aperti anche quattro mesi, qui, in un mese scarso post – covid, non è pensabile organizzarsi secondo i parametri richiesti. A questo si aggiunge il fatto che, anche per i piccoli concerti organizzati in centro con il supporto dei locali, la richiesta va presentata in Comune almeno 30/40 giorni prima della data prevista. Prima eravamo in lockdown e non sapevamo come sarebbero andate le cose, adesso è troppo tardi. Pensavo che, almeno su questo, viste le circostanze, ci sarebbero venuti incontro, come è stato fatto con il comparto commercio. Sarà un’estate desolante, con poche cose organizzate dai più tenaci, che alla fine si stancheranno di combattere contro burocrazie assurde».

Luca Castelli di Nerolidio Music Factory si aspettava altro, dal Comune di Como, specialmente dopo un periodo come quello appena passato. «Speravo che venissero chiamate le grandi e piccole associazioni che operano sul territorio dal punto di vista culturale e di idee, singolarmente, ne hanno tantissime, e che il Comune dicesse loro: guardate, questi sono i soldi che abbiamo, gli spettacoli devono essere gratuiti, noi ci occupiamo della Siae, della questione burocrazia e sicurezza. A voi spetta il compito di proporre, e noi, in base alle proposte, scegliamo. Così, non è stato, e ci troviamo davanti al solito pasticcio».

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