Ex polveriera ancora inutilizzata
«Tutta colpa dei ritardi di Enel»

L’accusa del presidente della Spina verde dopo la segnalazione di Luca Gaffuri. Ma l’azienda elettrica replica: «Hanno costruito la cabina solo a maggio»

Più di un anno dalla riqualificazione e l’ex Polveriera di Albate, nel Parco Spina Verde, non è ancora fruibile dal pubblico. Sul ritardo è un rimbalzo di responsabilità tra l’ente Parco ed Enel.

Sotto la lente sono finiti i tempi per ottenere la fornitura elettrica della struttura. Intanto il verde se ne sta lentamente riappropriando, l’erba è cresciuta alta persino sui tetti dei nuovi spogliatoi e fino a nascondere parte della storica cancellata. Il rischio è anche quello che questo immobile, rimesso completamente a nuovo, isolato e non custodito, possa diventare l’obiettivo di vandalismi.

La denuncia di abbandono arriva dal consigliere regionale del Partito Democratico, Luca Gaffuri. Durante una passeggiata nei boschi di Albate, Gaffuri ha constatato le condizioni in cui versa quello che avrebbe già dovuto essere, nei piani del Parco e del Comune, un punto di riferimento per i visitatori che numerosi frequentano quella zona dell’area naturale protetta, dotato di bar e servizi igienici. «Ma tutto sembra, tranne che una realtà pronta all’accoglienza» commenta il consigliere.

A ritardare l’apertura, per il presidente del Parco, Giorgio Casati, sarebbe stata l’Enel. «Da non crederci, dopo varie richieste, l’elettricità all’ex Polveriera l’abbiamo avuta solo questo agosto, quando la struttura era pronta dall’autunno 2019, finita e consegnata – commenta Casati – Un disguido che ci è costato parecchio soprattutto sulla tabella di marcia, perché non abbiamo potuto nemmeno aprire il bando per dare in gestione l’immobile». Ma Casati fa una promessa: “Entro fine anno l’ex Polveriera sarà aperta. Abbiamo già tre manifestazioni di interesse e questo autunno il bando finalmente ci sarà».

L’immobile su più piani può contare sugli spazi per un bar, sulla disponibilità di bagni igienici e spogliatoi per i visitatori e su una sala polivalente. Il progetto è stato realizzato tramite un finanziamento di Fondazione Cariplo. Circa 327 euro sono arrivati dal bando Cultura 2014 e hanno coperto le spese per rimettere a nuovo l’ex presidio militare e dargli una diversa vocazione. I lavori sono iniziati tre anni fa, ma la struttura non è mai stata utilizzata. La preoccupazione che rimanga un’incompiuta, non sul piano architettonico ma su quello della fruibilità, c’è e si fa sentire.

«Come Parco ci siamo dovuti occupare anche di far realizzare una cabina di trasformazione – continua Casati – trovandoci sempre di fronte il muro di gomma di Enel. Siamo i primi ad essere arrabbiati e a voler offrire un servizio ai cittadini che fruiscono del nostro parco».

Enel rispedisce al mittente le accuse, sostenendo che «i tempi di evasione della pratica sono tempi tecnici dovuti alla predisposizione, in carico al cliente, della cabina all’interno del parco, e dai successivi tempi autorizzativi e tecnici previsti dalla normativa. La prima richiesta di fornitura era datata maggio 2018, poi decaduta. Ma solo nel maggio 2020 il cliente ha effettuato la comunicazione di fine opere, che ha permesso l’avvio dell’iter realizzativo per l’allaccio della cabina, avvenuto nel giugno 2020. Nel successivo mese di luglio 2020 è stato quindi attivato il contatore».

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