Ex Ticosa, anno zero
I privati si sfilano
«Addio al progetto»

La società ha depositato la proposta di accordo. Rinuncia alle cause legali con il risarcimento dei danni. Multi pagherà l’abbattimento, chiede soltanto la caparra

Il privato non vuole più realizzare nulla sull’area di 41mila metri quadrati occupata dalla ex Ticosa. La società italo olandese Multi ha infatti formalizzato in questi giorni al Comune di Como quella che nei mesi scorsi era circolata nei corridoi di Palazzo Cernezzi come un’ipotesi. Ora è tutto nero su bianco e il Comune ha bloccato l’Agenzia delle Entrate, alla quale aveva chiesto di predisporre una perizia per stabilire il valore attuale dell’area rispetto a quello di quasi 15 milioni di euro del 2006. Non avrebbe senso infatti chiedere una perizia di stima in assenza di un progetto. Un’uscita di scena consensuale, quindi, evitando i tribunali. Nel dettaglio il privato chiede infatti a Palazzo Cernezzi la possibilità di chiudere i rapporti, rendendosi disponibile a restituire immediatamente l’area all’amministrazione, a ritirare tutte le vertenze legali in corso (complessivamente la richiesta danni supera i 14 milioni di euro) e a non chiedere nulla per i costi sostenuti per la demolizione del corpo a C (dal 27 gennaio 2007, con tanto di cerimonia e fuochi d’artificio) che ha avuto un costo complessivo superiore al mezzo milione di euro.

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