Finivano ad Albate i rifiuti di Napoli
Undici arresti, due sono comaschi

Il reato è smaltimento illecito. In manette Angelo Romanello, 35 anni di Erba Ai domiciliari anche Sara Costenaro, esperta ambientale, figlia dell'ex sindaco di Vertemate

Una montagna di rifiuti che dalla Campania arrivavano quasi ogni giorno a Como: un flusso invertito, rispetto al passato, quando erano le scorie del nord a prendere la strada della “terra dei fuochi”. Lo ha rivelato una inchiesta della Dda di Milano che ha portato a undici arresti in tutta Italia.

Una nuova, enorme possibilità per la criminalità organizzata, che ha avuto così ancora la possibilità di lucrare fortune ingenti. Quando non è più stato più possibile farlo a sud, ha puntato a nord, nella nostra Regione, dove non mancano konw how, logistica, e soprattutto infiltrazioni ’ndranghetiste.

Ci sono i capannoni abbandonati, ci sono le ditte specializzate nel trattamento, e pure professionisti compiacenti che dietro lauto compenso si offrono a elementi malavitosi e al loro rischioso gioco dello smaltimento illecito. Como offre tutto questo, e ben presto diventa il fulcro di una vorticosa attività incentrata proprio sul business dei rifiuti. L’epicentro è la Smr, Ecologia Srl, impianto in località La Guzza (ex Econord), sede legale a Busto Arsizio. E poi la Salcon di via Scalabrini. Siamo nei mesi a cavallo tra il 2017 e il 2018 e la Direzione distrettuale antimafia di Milano accende un faro sull’illecita gestione di rifiuti speciali e non effettuata in provincia di Pavia. Parte da lì l’inchiesta che ben presto conduce gli inquirenti nella nostra città e che lo scorso marzo sfocia nel sequestro della Smr alla Guzza, ex Econord.

Quando gli agenti della Polizia locale di Como giungono sul posto per apporre i sigilli, trovano il piazzale e il capannone, si legge negli atti, «stracolmi di rifiuti». Non è una esagerazione: è ben eloquente la foto che pubblichiamo qui a fianco e relativa al 14 marzo dello scorso anno, quando vennero censiti circa 12mila tonnellate di materiali. Vale a dire oltre settemila in più rispetto alle 3.957 autorizzate dalla Provincia.

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