Fisco corrotto, l’allarme del giudice
«Distrutta la fiducia nelle istituzioni»

«Il mercimonio avrà conseguenze sociali. Tra i cittadini risentimento e sentimenti di ingiustizia»

Ciò che ha portato alla luce l’inchiesta sulla tangentopoli del fisco è «un quadro disarmante». Perché «sistemico e diffuso», e «non potrà non avere conseguenze anche sociali sul territorio comasco», in quanto «in grado di minare fortemente alla radice la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni». E, ancora peggio, «di provocare un’ampia reazione di risentimento e di ingiustizia sociale che non sarà facile stemperare, per anni».

È un grido d’allarme che non passa inosservato, quello messo nero su bianco dal giudice nell’atto con il quale ha disposto la custodia cautelare per 14 persone, accusate tutte quante di corruzione (eccetto uno di loro, accusato di abuso d’ufficio).

L’accusa del giudice

Luisa Lo Gatto, giudice delle indagini preliminari, sottolinea in grassetto questo passaggio, uno dei primi del documento che ha portato a due arresti in carcere e dodici ai domiciliari. Un commento pesante, a fronte di una premessa oggettiva: le corruzioni, scoperte dalla Procura cittadina e dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Como, «coinvolgono, spesso in modo continuativo, professionisti del circondario comasco, ragionieri, commercialisti, avvocati, tutti legati a doppio filo a funzionari in servizio presso l’Agenzia delle entrate di Como disposti a fare mercimonio della loro funzione pubblica». Un «quadro complessivo in parte sventato, ma, per alcuni aspetti, ancora in atto».

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