Fisco, il direttore era già stato licenziato
Venne reintegrato per ordine del giudice

In carcere per un giro di mazzette, non è nuovo a procedimenti disciplinari A dicembre il trasferimento coatto a Varese, dopo l’esposto di due dipendenti dell’Agenzia

Aveva già subito un provvedimento disciplinare interno, che si era concluso con il licenziamento, il dottor Roberto Leoni, l’ex direttore della sede provinciale dell’Agenzia delle entrate, finito in carcere a Busto Arsizio lo scorso 24 giugno, sospettato di essere l’uomo cardine di un sistema corruttivo che avrebbe permesso a decine di imprenditori comaschi di ottenere cospicui sconti sugli accertamenti fiscali.

Leoni attualmente è sospeso dall’Agenzia e la gravità delle accuse è tale da far scattare l’apertura di una nuova procedura disciplinare contro di lui. La prima, risalente al 2009, sfociò nell’estromissione dal posto di lavoro, salvo poi la piena reintegra nelle sue funzioni quattro anni dopo, nel 2013. Non furono episodi corruttivi allora a innescare il meccanismo disciplinare, né peraltro il funzionario risulta mai essere stato indagato prima d’ora.

Si trattava di sgravi fiscali irregolari, sui quali la Procura milanese aveva acceso un faro, indagando su alcuni contribuenti, ma non sui funzionari. Nondimeno, l’Agenzia volle andare a fondo e ordinò un audit interno (cioè una verifica sul lavoro svolto), che sfociò nell’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di Leoni, con la formalizzazione di rilievi pesanti al punto di far scattare il licenziamento.

Un provvedimento che l’interessato impugnò, andando avanti fino alla Corte d’Appello di Milano, che nel 2013 gli diede ragione e ordinò all’Agenzia di reintegrarlo nel suo posto di lavoro e nelle sue funzioni (con l’erogazione degli stipendi persi durante tutto il periodo di assenza).

«La Corte d’Appello di Milano, sezione lavoro, nel 2013 ha accertato la “manifesta illegittimità” del licenziamento intimato al dottor Leoni» dice il suo legale, Sara Turchetti.

«Come mi riferisce poi l’avvocato Annibale Valsecchi, che aveva assistito Leoni nel procedimento disciplinare - continua il difensore - la Corte territoriale meneghina avrebbe nel merito confermato la specchiatezza della condotta tenuta dal dottor Leoni con riferimento agli addebiti disciplinari contestatigli e, con riferimento al procedimento avviato nei confronti dello stesso, avrebbe rilevato la superficialità e la grave negligenza dell’Agenzia delle entrate che nello specifico avrebbe disatteso le garanzie di legge a tutela del lavoratore».

Rientrato in ruolo, Leoni venne assegnato dapprima all’Ufficio studi, per assumere poi la carica di direttore all’ufficio provinciale di Sondrio prima di approdare, nell’aprile del 2017, a Como. Nella nostra città è rimasto fino alla fine dello scorso anno, quando la Direzione regionale, che forse era venuta a sapere dell’esposto presentato contro di lui da due impiegati del suo ufficio, ne dispose in tutta fretta il trasferimento a Varese.

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