Forum con i giovani a La Provincia
«La città sostenga i nostri progetti»

Dibattito su cultura e futuro di Como organizzato dai ragazzi di Wow e Marker

Appello a istituzioni e sponsor: «Abbiamo idee e competenze, adesso dovete darci fiducia»

Noi ci siamo. Abbiamo idee, progetti, competenze, voglia di fare. La città ci ascolti e ci sostenga.

Un messaggio forte arriva dal forum organizzato dai ragazzi di Wow Music Festival e di Marker, ospitato ieri sera nella sede del nostro quotidiano. La Provincia ha aperto le porte all’energia, alle richieste e alle provocazioni (non sono mancate) dei giovani comaschi.

L’obiettivo, pienamente centrato dai promotori, era quello di radunare alcune tra le realtà più attive sul territorio nel campo della cultura, degli eventi.

Per fare cosa? Per ragionare su come incanalare al meglio il fermento che si registra ormai da qualche anno a Como e discutere - in ultima analisi - del destino di questa città.

Dibattito ricco di spunti

Nella nostra sede di via De Simoni si sono seduti attorno al tavolo 21 rappresentanti del mondo culturale (da Artificio all’Accademia Galli), per un confronto durato oltre due ore e denso di spunti significativi. Il primo segnale è arrivato proprio con l’ampia partecipazione, a testimonianza del desiderio di uscire allo scoperto e far sentire la propria voce, per indicare quello che non va ma anche per tentare di costruire qualcosa di nuovo e importante. L’impressione - condivisa da tutti i partecipanti - è quella di trovarsi di fronte a un’occasione imperdibile. Ma al contempo c’è la consapevolezza che il tempo inizia a scarseggiare. «Ora o mai più», insomma.

Il confronto, moderato dal vicedirettore de La Provincia Bruno Profazio, ha fatto emergere una sorta di appello alle istituzioni pubbliche e ai privati: i giovani comaschi stanno dimostrando di “saperci fare”, ora chiedono attenzione e sostegno anche sul piano delle risorse.

«Abbiamo idee e competenze - hanno sottolineato molti degli ospiti, a partire dai promotori del forum Franco Passalacqua e Giovanni Magatti - Se ci sostengono, la città può crescere».

Un esempio su tutti: Lucca, Locarno e persino Desio sono riuscite a creare eventi di grandi rilievo, perché non può farlo una città conosciuta in tutto il mondo come la nostra?

«Fino a qui siamo arrivati con le nostre forze, per fare il salto di qualità - ha detto Passalacqua - serve la collaborazione delle istituzioni e di sponsor privati». Di qui l’idea di un confronto con i giovani delle associazioni di categoria (dagli industriali all’Ance), confronto che potrebbe essere ospitato proprio a La Provincia.

Ma tutti si sono detti convinti anche di un altro passo da compiere: trasformare la rete diffusa di piccole realtà, associazioni e festival in qualcosa di più strutturato. «La vera sfida - ha sintetizzato in chiusura il direttore dell’Accademia Galli Salvatore Amura, tirando le fila del dibattito - è creare un nuovo soggetto, forte. Vedrete che a quel punto le realtà pronte a dare un sostegno non mancheranno».

Lavorare insieme per essere più forti e ancora più credibili, questa la ricetta vincente. Poi si potrà anche sognare: ieri si è parlato del possibile utilizzo degli spazi dell’ex padiglione grossisti al mercato coperto (ristrutturati ma ancora vuoti), qualcuno si è spinto fino a immaginare un progetto di rinascita del teatro Politeama, abbandonato e ormai in pezzi. «E con un progetto serio e strutturato perché non sperare nei fondi messi a disposizione da Fondazione Cariplo con i periodici bandi?».

La sfida è lanciata

«Le nostre realtà - composte per lo più da giovani - ha detto ancora Passalacqua - hanno fatto moltissimo per attivare un cambiamento nella proposta culturale di Como, anche grazie a due riferimenti come Barbara Minghetti e Salvatore Amura. Ora però dobbiamo darci una forma unitaria per “pesare” di più».

«Se non cambia qualcosa, se non c’è un intervento del pubblico e di sponsor privati, tra due anni non ci sarà più nulla di quello che abbiamo faticosamente costruito - ha detto Leopoldo Bianchi riferendosi al festival Wow - Non si riesce nemmeno a trovare uno spazio in grado di contenere più di mille persone, per la stagione invernale».

Forse è eccessivo parlare di ultima spiaggia, non lo è dire che sarebbe un delitto gettare alle ortiche l’impegno profuso da tanti giovani comaschi negli ultimi anni, per “animare” la città.

Se c’è la volontà di andare avanti, se Como ci crede, deve dare un segnale. Altrimenti ha poco senso continuare a parlare di cultura e turismo come carte vincenti per il futuro.

La sfida è lanciata, verrà raccolta? Sulle pagine de La Provincia nei prossimi giorni daremo ancora voce ai ragazzi che hanno partecipato al forum e agli altri attori del mondo culturale.

Ma interpelleremo anche le realtà - pubbliche e private - chiamate in causa dai giovani, per comprendere le loro intenzioni.

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