Funzionario del fisco corrotto
Pronto a risarcire 40mila euro

Tre anni e 8 mesi il patteggiamento di Roberto Colombo. È il quarto dipendente dell’Agenzia delle entrate che concorda la pena

Un vero esperto nel campo delle successioni e delle tasse da applicare a una materia ostica pure per i commercialisti. Anche, ma non solo, per questo Roberto Colombo, ormai ex funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Como, era ricercatissimo - prima ancora che dai finanzieri che lo hanno arrestato - da fiscalisti e notaio comaschi. Che, per i servizi resi, da oltre dieci anni lo hanno tenuto a libro paga sia per quelle che molti di loro hanno definito consulenze (ma che in realtà è corruzione per atti d’ufficio) sia per intervenire in alcune pratiche così da fare ottenere sconti ai clienti degli amici commercialisti (e qui parliamo di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio).

La proposta di pena

Per quelle mazzette Colombo - tramite il suo legale, l’avvocato comasco Davide Giudici - ha deciso ora di formalizzare una richiesta di patteggiamento della pena con tanto di risarcimento del danno e restituzione di 40mila euro, ovvero gli introiti ottenuti indebitamente sottoforma di tangenti. Tre anni e otto mesi di carcere, la pena finale proposta dal funzionario del fisco al pubblico ministero Pasquale Addesso (il quale, al momento, non si è ancora pronunciato sulla richiesta). Condanna che, probabilmente, Colombo non dovrà necessariamente scontare in carcere. Infatti l’ex funzionario dell’Agenzia, arrestato lo scorso maggio, dopo oltre un mese di galera ha ottenuto gli arresti domiciliari dove conta di scontare parte della pena finale, in particolare i 10 mesi che sarebbero legati agli episodi contestati dopo gennaio 2019 quando è entrata in vigore la norma cosiddetta spazzacorrotti che vieta, per chi viene condannato per reati contro la pubblica amministrazione, di poter scontare la condanna con pene alternative (ad esempio i lavori socialmente utili). Ma al di là dei calcoli finali sulla pena dell’uomo residente a Casnate, l’istanza di patteggiamento formalizzata dal legale di Colombo segna la strada per la quarta condanna ad altrettanti dirigenti e funzionari dell’Agenzia delle entrate di Como, con l’accusa di corruzione, in poco meno di un anno.

Una nuova inchiesta

Un numero di uomini del fisco coinvolti impressionante, che va ad unirsi a quello dei commercialisti arrestati o indagati e che comunque hanno già patteggiato la pena.

E i numeri rischiano di essere ancora più clamorosi. Proprio Roberto Colombo, infatti, poco più di una settimana dopo il suo arresto ha deciso non solo di confessare ogni cosa, ma anche di raccontare il sistema corruzione dall’interno degli uffici del fisco. Un po’ come avevano fatto l’ex direttore Roberto Leoni e l’ex responsabile dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate, Stefano La Verde. I due, con le loro confessioni, avevano consentito alla Procura e alla Guardia di finanza di aprire una seconda tranche dell’inchiesta sulla tangentopoli di chi non vuole pagare le tasse. Con i verbali riemputi da Colombo siamo già alla fase tre.

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