Gioielli per 650mila euro rubati con l’inganno in pieno centro. Al via il processo per truffa

Tribunale La squadra mobile identifica il sospettato grazie alla ricevuta di una sartoria

Decisiva per la chiusura del cerchio attorno ad un sospetto truffatore che (secondo l’accusa) aveva spillato – con dei complici – la bellezza di 650mila euro ad una coppia di Madrid, marito e moglie, giunti sul Lario per vendere gioielli, pare sia stata una sarta di Brescia.

A lei erano arrivati gli uomini della squadra Mobile di Como che stavano indagando sulla maxi truffa avvenuta nel centro città, tra il lungolago, via Boldoni e un prestigioso hotel sempre del centro cittadino. Soldi contati davanti agli occhi, banconota su banconota, fino ad arrivare alla cifra di 650mila euro con cui comprare i gioielli arrivati dalla Penisola Iberica. Poi, come spesso accade in questi raggiri, tra “magie” ed “illusionismi”, la valigetta con il gruzzolo era cambiata, lasciando ai coniugi spagnoli solo carta straccia e tanti rimpianti.

Le immagini dell’albergo in cui era avvenuto il conteggio dei soldi, ma anche le mail con cui erano avvenute le prenotazioni delle sale, avevano portato gli agenti di polizia a risalire a dei sospettati e a dei telefoni da monitorare. Tra questi compariva un numero fisso di una sartoria di Brescia.

Quando la polizia si è presentata di fronte alla sarta, mostrando la foto di uno dei sospettati, quest’ultima ha candidamente ammesso di riconoscerlo, perché era uno dei suoi clienti.

Si era chiusa in questo modo l’indagine che ieri mattina ha portato in aula il fascicolo a carico di Giulio Levacovic, 57 anni, residente appunto in provincia di Brescia.

Il giudice Cristiana Caruso ha sentito un agente della Mobile della Questura, che ha raccontato come avvennero i fatti e il primo intervento una volta che marito e moglie arrivarono in Questura per raccontare quanto avvenuto in centro città. L’udienza è poi stata spostata a dopo l’estate quando sul Lario, se saranno individuati – alle notifiche della giustizia italiana non hanno fino ad ora risposto – arriveranno per testimoniare i due coniugi di Madrid.

I fatti risalgono alla giornata del 14 ottobre 2017. Marito e moglie erano stati contattati da un uomo che si era finto interessato all’acquisto di gioielli di ingente valore. Prima di arrivare in Italia erano passati da Ginevra, in Svizzera, per una valutazione ulteriore degli stessi. Poi, come detto, l’incontro a Como per il pagamento e il passaggio della valigia contenente i preziosi. Marito e moglie erano stati raggiunti in via Boldoni, poi separati l’uno dall’altro.

La prima era rimasta con i gioielli, il secondo era andato a contare i soldi.

Il luogo scelto per questa seconda operazione era stato un prestigioso hotel, il minimo che ci si potesse aspettare da un “gioielliere”.

Sentenza tra un anno... forse

Solo che, come accade in questo tipo di truffe, all’apertura della valigetta dopo il passaggio dei gioielli (avvenuto sol lungo lago di ritorno dall’hotel) i coniugi di Madrid avevano trovato solo banconote con la scritta fac-simile.

Le indagini della polizia avevano però ricostruito l’accaduto, arrivando prima ad una identificazione fotografica fatta in rogatoria con la Spagna e poi alla sartoria di Brescia per chiudere il cerchio. La sentenza è attesa per l’inizio del prossimo anno.

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