Grate sul lungolago
Il Comune dorme, ci pensano i privati

Mario Pittorelli lancia una nuova iniziativa: «Gli Amici di Como possono riqualificare la passeggiata» Colombo, caffè Monti: «Immobilismo»

«Se il Comune rimuove grate e cavi, io mi impegno a portare nel consiglio degli Amici di Como la proposta di riqualificare la passeggiata»: l’imprenditore Mario Pittorelli, membro dell’associazione Amici di Como, rilancia l’idea di una iniziativa “privata” per mettere mano all’arredo urbano del lungolago e sanare quella situazione di degrado che deturpa la parte più preziosa della città. «Visto che il Comune per un motivo o per l’altro non è riuscito a intervenire in questi due anni - dice - penso che sia necessario fare qualcosa per non lasciare le cose come stanno. Possiamo mettere le fioriere e incaricarci della loro manutenzione».

Forte del felice esito degli Amici di Como, che otto anni fa aprirono i 150 metri di passeggiata che corrono paralleli a lungolario Trento fino ai giardini a lago, e pure della sua personale esperienza con le fontanelle di piazza Cavour, nonché, ultima in ordine di tempo, sempre con gli “Amici”, della riuscita dell’installazione Life Eletric donata dall’archistar Daniel Libeskind (divenuta un’attrazione turistica), Pittorelli (imprenditore del settore logistica, Bianchi Group), si sente di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di riprendere in mano una situazione che rischia di incancrenirsi. «Bisogna fare qualcosa - continua - perché la città merita di essere sostenuta, e se il Comune non riesce a intervenire, beh allora dobbiamo rimboccarci noi le maniche. Gli Amici di Como sono un’associazione che è stata in grado di dare una mano proprio in questo comparto, e mi auguro che il consiglio possa accogliere la mia proposta».

«Fosse per chi ci governa, la fama di Como sarebbe del tutto immeritata. Eppure, nonostante anni di disastri, di nessuna programmazione, di amministrazioni una peggiore dell’altra, i turisti continuano ad arrivare a frotte da tutto il mondo, e si concentrano tutti qui, in piazza Cavour e si mettono lì, in fila sul lungolago. Perché a Como si viene per vedere i lago, perché Como è questo affaccio stupendo. E noi lo trattiamo così. Ha dell’incredibile, dopo dieci anni di nulla e devastazione».

Giorgio Colombo non le manda a dire. Titolare del Caffè Monti, gode di un punto di vista privilegiato, in tutti i sensi, dell’andamento dei flussi turistici in città. «Ma la colpa non è nostra, di noi imprenditori - continua - Le attività fanno a gara per rinnovarsi, gli alberghi sono uno più bello dell’altro e ne aprono sempre di più nuovi e lussuosi, la ristorazione migliora in continuazione. Ma di fronte a tutti questi sforzi dei privati, l’amministrazione pubblica che fa? Niente, solo immobilismo. E peggiora sempre. Prendiamo la questione del decoro. Il Comune adotta ordinanze contro gli accattoni. Mi sta bene. Ma poi bisogna farle rispettare. E invece, resta tutto come prima. Per non parlare della questione della raccolta dei rifiuti. Non è possibile che la sera, all’ora dell’aperitivo o della cena, si vedano montagne di cartoni e sacchi di immondizia per il centro».

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