I “furbetti del cartellino”
35 arresti in Comune a Sanremo

Un vigile timbra in mutande, un altro timbra e poi se ne va in canoa

Io timbro il cartellino a te se tu timbri il cartellino a me. Poi, se messi proprio male, ci pensa il collega compiacente che raccatta quattro-cinque cartellini di altrettanti dipendenti comunali e li timbra uno dopo l’altro. I “furbetti del cartellino” avevano creato un sistema di assenteismo collaudato che durava da anni e che ha portato agli arresti domiciliari 35 persone tra dipendenti e funzionari del Comune di Sanremo. Li ha compiuti la Guardia di finanza che ha provveduto anche a indagare altri 196 dipendenti, pari al 72% della forza lavoro del Comune, mentre per altri otto è scattato l’obbligo di firma. Un “filotto” impressionante: l’operazione, denominata Stachanov dall’operaio russo che per la sua produttività ebbe dal regime sovietico una Medaglia alla Gloria mineraria, era nata qualche anno fa e si è conclusa con la decimazione del personale degli uffici comunali sanremesi. Per tutti è scattata l’accusa di truffa aggravata e continuata in concorso ai danni dello Stato e falso in atto pubblico aggravato e continuato in concorso.

Le prove messe insieme dalle Fiamme gialle sono sì documentali ma anche registrate in lunghi video acquisiti con telecamere nascoste nelle 21 sedi del Comune di Sanremo. C’è il dipendente che ha appena firmato e poi se ne va in canoa, cosa di cui tra l’altro su vanta sui social (e si scopre che in quel giorno s’è pure segnato qualche ora di straordinario), c’è il vigile custode dell’ Anagrafe che timbra in mutande l’entrata mentre la moglie, in ciabatte e vestaglia, va a timbrargli l’uscita. C’è la dipendente che, andata a far la spesa, entra con la borsa piena di patate, timbra ed esce subito dopo. C’è l’uomo che timbra quattro cartellini uno via l’altro e chi invece timbra e poi va a aprire il chiosco dei fiori della moglie. C’è anche chi timbra alle 8,20 e poi se ne va, e torna in tempo solo per passare il cartellino dell’ora di uscita, facendosi passare appunto per uno stakanovista. E c’è anche chi, pur non lavorando affatto, ha reclamato qualche decina di ore di straordinario: come il messo addetto alle notifiche, che nel giorno di Pasqua di ore extra se n’è segnate 10. Tutto questo via-timbra-vai ha lasciato deserti alcuni uffici comunali, ma nessuno sembra mai essersene accorto.

«E’ mai possibile che all’interno di un ufficio non ci si avveda di una situazione così grave?» si è chiesta in via del tutto retorica il procuratore capo di Imperia Giuseppa Geremia che ha coordinato le indagini assieme al suo sostituto Maria Paola Marrali. Proprio Marrali ha definito il sistema adottato dai dipendenti comunali indagati «un sistema scellerato. Comunque - ha aggiunto - l’obbiettivo è stato raggiunto in modo esemplare, è la fine di un malcostume che andava avanti da tempo».

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