I Pennestrì ai domiciliari
Con il braccialetto elettronico

I due commercialisti accusati di corruzione escono dal carcere dopo oltre tre mesi

Como

Pennestrì padre e figlio ottengono i domiciliari, ma solo a patto che indossino entrambi il braccialetto elettronico. Il giudice delle indagini preliminari ha accolto, dopo averli negati un paio di mesi fa, la richiesta del loro legale per concedere a entrambi di tornare a casa, dopo oltre tre mesi trascorsi in carcere.

La decisione è stata ufficialmente comunicata ieri pomeriggio, ma bisognerà attendere che siano a disposizione i braccialetti elettronici per consentire il trasferimento di Antonio Pennestrì e del figlio Stefano Pennestrì dalle loro celle alle loro abitazioni.

Com’è noto i due commercialisti comaschi sono accusati di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio per aver pagato tangenti all’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Como, Roberto Leoni, per ottenere favori, sconti e informazioni riservate legate all’attività del fisco a carico dei clienti dello studio Pennestrì.

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