I rifiuti dei clan nascosti
sotto la tangenziale di Como
Confessione al processo

Inquietante rivelazione da parte dell’uomo considerato vicino alla ’ndrangheta. «Abbiamo sotterrato due bilici di spazzatura. Sono ancora lì vicino ai tre pali centrali del ponte»

«Gli illeciti li abbiamo fatti pure sotto la Pedemontana». A parlare è Daniele Frustillo, formalmente dipendente della società Smr Ecologia, la ditta di Busto che ha saturato illegalmente di rifiuti l’area de La Guzza accanto al ponte della tangenziale di Como. Di fatto - accusano gli uomini dell’antimafia - uomo di riferimento della locale di Lonate Pozzolo della ’ndrangheta all’interno della stessa Smr Ecologia.

Ma quali sono quegli «illeciti» confessati da Frustillo nell’aula del Tribunale di Como? Quintali di rifiuti interrati illegalmente sotto la Pedemontana.

La confessione

Sono parole inquietanti, quelle pronunciate nel corso del processo sulle asserite minacce dei clan contro il titolare della società, Matteo Molinari. In realtà i giudici di Como, al termine del processo, hanno assolto gli imputati dall’accusa delle estorsioni mentre hanno spedito gli atti alla Procura proprio nei confronti dell’imprenditore brianzolo per valutare una possibile contestazione di concorso esterno all’associazione mafiosa.

Ma se l’esito del processo è noto (ne abbiamo dato conto meno di due settimane fa) ciò che non lo è (colpa delle restrizioni per il Covid che hanno chiuso pure le aule di giustizia al pubblico e ai cronisti) riguarda la deposizione in Tribunale di uno degli imputati.

Il racconto di Frustillo risale all’epoca del sequestro dell’area de La Guzza, controllata dalla Smr Ecologia.

«C’era questa parte di area accanto a Pedemontana - sono state le parole di Frustillo - che era piena di rifiuti. Dovevamo liberarla prima dei controlli, solo che i rifiuti erano tanti. Ci avevano dato 10 giorni di tempo per liberare l’area. Mancavano due giorni al termine del controllo e sotto la pedemontana c’era ancora tanto materiale. Molinari viene e mi dice: “Daniele, non ce la facciamo per la scadenza dei termini a liberare tutto”». Frustillo avrebbe chiesto al titolare di Smr Ecologia: «Dove mettiamo tutto quanto?». E la risposta sarebbe stata: «Facciamo un buco, che tanto poi riempiamo di terra».

«Trenta o quaranta sacchi»

Lo stesso avvocato di Frustillo ha chiesto al suo assistito dove fossero stati sotterrati: «Sotto la pedemontana. Sono ancora lì questi rifiuti». Anche il presidente della corte ha voluto sapere: «Ma in che punto?». Risposta: «Dove c’è l’impianto di La Guzza. Sono sotto la Pedemontana. Sotto il ponte, all’altezza dei tre pali centrali del ponte».

Secondo Frustillo sarebbero stati sotterrati quintali di rifiuti: «Trenta o quaranta sacchi» che corrispondono a «due motrici» cariche. Ma chi sapeva? «Tutti lo sapevano».

Parole inquietanti, che confermano come il traffico di rifiuti gestito dai clan abbia interessato anche il nostro territorio. E che anche il nostro territorio è stato violato e maltrattato dai trafficanti di veleni.

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