I rondoni hanno fatto il nido al Volta
E i ragazzi (con la scuola) li adottano

Gli uccelli (protetti) hanno trovato riparo nelle grondaie del cortile del liceo classico - Gli studenti, con l’aiuto di una prof, faranno un censimento e un monitoraggio per tutelarli

Gli studenti del Volta sono pronti ad accoglierli a braccia aperte. Lo storico liceo cittadino, infatti, è una delle dimore cittadine preferite dai rondoni maggiori lariani, uccelli migratori legatissimi all’uomo con l’abitudine di costruire nidi fra le fessure e gli anfratti degli edifici storici e moderni cittadini.

Già qualche anno fa, i volatili si erano riparati nel vicino Ciceri, per la precisione nei cassoni delle tapparelle della sede di via Carducci: il liceo, quindi, aveva costruito un progetto ad hoc. Oggi, è il turno dell’istituto di via Cesare Cantù.

«Nidificano sotto le grondaie, all’interno del cortile – precisa il preside Angelo Valtorta – è un progetto molto interessante: è, inoltre, un bel modo per attivare e coinvolgere i ragazzi su una branca della biologia. Del resto, è come se fosse una lezione di scienze». La referente è la docente Federica Dané .

In città si possono ammirare due delle tre specie esistenti: il comune e il maggiore, quest’ultimo la presenza più importante. Sui volatili, l’accademia delle arti e del commercio Santa Giuliana di Como, insieme con la Lipu e la Città possibile, organizzò sei anni fa una mostra di foto al chiostrino di Sant’Eufemia.

A parte le scuole, fino agli anni passati sotto al Broletto c’era una delle colonie maggiori d’Europa che contava circa 50 coppie. Negli ultimi anni, i lavori di ristrutturazione hanno chiuso le cavità dove questa specie nidificava, causando una diminuzione.

I rondoni maggiori hanno un’apertura alare di 45 centimetri e sono riconoscibili dal colore marrone scuro, impreziosito da piume bianche diffuse sulla pancia, sull’addome e sulla gola. Amano nutrirsi d’insetti catturati in volo come mosche, zanzare, formiche alate, ma anche di ragni trasportati dal vento. Al momento, gli uccelli lariani sono a svernare nell’africa subsahariana e australe. Ma, ai primi di aprile, troveranno ad attenderli diversi alunni. A questo proposito, è stato costruito un progetto ad hoc con la collaborazione delle associazioni “Monumenti vivi” e “Apus & co tracker”.

L’obiettivo è la conservazione dei pennuti: saranno coinvolti esperti ornitologi per conoscere al meglio la specie. Si procederà a un’operazione di censimento e monitoraggio.

La specie è protetta, sia dalla legge italiana, sia dalla convenzione di Berna (in Lombardia non si contano più di 15 colonie). La principale minaccia è rappresentata dalla chiusura delle cavità di accesso ai nidi, magari a causa di ristrutturazioni o di rifacimenti di facciate e coperture. Queste pratiche hanno, di fatto, distrutto diverse colonie e causato un calo drastico nella popolazione di questi pennuti, scesa negli ultimi trent’anni del 25% in Europa. La loro presenza non arreca danni agli edifici e questi uccelli non portano parassiti pericolosi per le persone.

I rondoni, va detto, sono degli autentici assi del volo: possono rimanere in aria dieci mesi e si posano solo quando hanno raggiunto la maturità sessuale e devono fare il nido, prediligendo gli edifici più antichi.

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