I tablet del referendum regionale
«Nelle scuole nessuno li ha visti»

L’assessore promette: «Consegna iniziata in via sperimentale». L’unico istituto comasco a sperimentare le voting machine è lo Jean Monnet

A due mesi dal referendum sull’autonomia le voting machine, anche detti tablet, vanno in sperimentazione alle scuole milanesi. Con un investimento pari a 22 milioni di euro, la Regione Lombardia per lo scorso referendum del 22 di ottobre aveva acquistato 24mila tablet da impiegare nelle operazioni di voto elettronico, l’intenzione era lasciare in eredità questi strumenti alle scuole sedi di seggio e utilizzarli per fini didattici.

Nelle classi di Como ancora non si sono visti. «No, finite le elezioni non ci hanno consegnato i tablet» fa sapere per esempio Michela Ratti, preside dell’istituto comprensivo Lora Lipomo. «Qui no e nemmeno nelle scuole a noi vicine» dice Linda Cavadini, docente delle secondarie di Prestino. «Ad oggi non sono nelle nostre disponibilità» spiega Nadia Mortoni, collaboratrice del dirigente in un istituto molto grande come quello di Fino Mornasco.

«No, non abbiamo ancora visto niente» conferma anche Valentina Grohovaz, preside dell’istituto comprensivo Como centro città. Una scuola come la Foscolo riceverebbe volentieri delle attrezzature tecnologiche visto che pochi giorni fa dei ladri sono entrati nelle medie e hanno rubato tutti i tablet, uno per classe, usati dai docenti anche come registro elettronico. Proprio lunedì però il Pirellone ha deciso di consegnare le voting machine in comodato d’uso ad alcuni istituti lombardi.

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