I voti alle università, l’Insubria non brilla

L’indagine condotta dal Censis per Repubblica: buona la didattica, male servizi e borse di studio. Il prorettore Giuseppe Colangelo: «A Como siamo messi bene con le strutture, è Varese che è rimasta indietro»

L’università dell’Insubria nelle parti basse della classifica? «In un certo senso è colpa di Varese». A spiegarlo è il professor Giuseppe Colangelo, rettore vicario della sede di Como dell’Insubria, che analizza così i dati appena pubblicato in una guida prodotta da Repubblica sulla base dello studio condotto dal Censis su tutte le università italiane.

Prima di tutto, è necessario evidenziare le classifiche, che si basano su una scala da 0 a 110: un po’ come avviene per i voti di laurea, d’altronde.

Il voto, per quanto riguarda solo la parte legata a servizi, borse di studio, strutture, web e internazionalizzazione, è di 77,8: sul totale delle 58 università statali prese in considerazione, l’Insubria è quindi al 45esimo posto. Nella mini-classifica riguardante, invece, le università “piccole”, quelle fino ai diecimila iscritti, l’ateneo di Como e Varese si posizione al nono posto di 13.

Nel voto, incidono le voci servizi e strutture. E Colangelo precisa: «A Como siamo messi bene. Abbiamo aperto da poco la “manicalunga” e poi abbiamo la cosiddetta “palazzina dei chimici”. Insomma, a livello di strutture non ci possiamo lamentare». Allora, perché questa posizione così bassa? «Varese è rimasta un po’ indietro, anche per il fatto che non è stato ancora completato il campus». Quindi,se l’Insubria ha una posizione non particolarmente elevata in classifica, la colpa è anche di Varese.

C’è da dire che, per quanto riguarda la didattica, l’università di Como e di Varese ha dei giudizi sicuramente più lusinghieri.

Tutti i dettagli e i dati della ricerca del Censis sul quotidiano La Provincia in edicola sabato 25 luglio

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