Il capo degli islamici contro i profughi
«Non si dorme più»

L’ex portavoce della moschea di via Pino fa un esposto in questura, prefettura e al sindaco: «Situazione indecente, insulti e sassi alle finestre»

Egiziano di nascita e oggi cittadino italiano, già responsabile della moschea di via Pino, Safwat El Sisi vive in piazza San Rocco, ma da mesi è disperato a causa «di tutti gli stranieri, che per me sono clandestini, che stazionano per tutto il giorno e anche la sera sotto le mie finestre». El Sisi è esasperato dalla situazione in cui si trova e ha presentato un esposto in questura, in prefettura e al sindaco. Nel documento parla di «costante e molesta presenza di cittadini stranieri, presumibilmente irregolari» e di «condotta fastidiosa e riprovevole». Denuncia schiamazzi, litigi «senza alcun rispetto per gli orari di riposo» e ancora rifiuti «seminati nelle aree verdi del Comune». Lamenta inoltre problemi di igiene poiché «i signori utilizzano i cespugli come orinatoio». L’ex portavoce degli islamici evidenzia anche che «la convivenza sta diventando sempre più difficile, anche a causa dell’aggressività e della strafottenza» e che, quando ha chiesto di abbassare la voce, ha ricevuto «pesanti insulti e minacce oltre a un sasso lanciato contro la mia finestra».

El Sisi chiede quindi interventi radicali lamentando anche di essere costretto a tenere le finestre chiuse per l’intera giornata. «Non è accettabile una situazione del genere - commenta - e se queste persone devono stare in Italia devono rispettare leggi, abitudini e regole. Va bene accogliere persone in difficoltà, ma parliamo di gente che non paga nulla e nemmeno rispetta le regole più elementari. Io ho preso la cittadinanza italiana, pago tutte le spese e rispetto le leggi, loro invece sono clandestini. Non ho altro termine per definirli. La città di Como deve reagire perché altrimenti si troverà a fare i conti con gravissimi problemi di ordine pubblico».

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