Il caso dei bagni nel lago
Nessun cartello avvisa dei divieti

Sponde prese d’assalto nel primo bacino, solo due avvisi privati e il regolamento a Villa Olmo

Il lago è basso, davanti al tempio Voltiano è riemersa la lingua di sabbia alla foce del Cosia nonché della Comodepur e i visitatori della città la stanno usando come una spiaggia a tutti gli effetti. Si aggiunge ai luoghi più classici sfruttati per entrare nel lago a fare il bagno, dalla nota spiaggetta confinante con il parco della fontana in viale Geno alla meno frequentata tra la passeggiata di Villa Olmo e l’ingresso del parco da via Cantoni.

Premessa indispensabile, fare il bagno nel lago di Como a Como è vietato con l’unica eccezione del Lido Villa Olmo, come imposto dall’apposita ordinanza comunale firmata dal sindaco e pubblicata il 18 giugno scorso. Come previsto dalla normativa, nelle premesse indica il periodo di riferimento: corrisponde alla stagione balneare che ha inizio il 1° maggio e termina il 30 settembre di ogni anno. Si basa sul monitoraggio della qualità dell’acqua effettuato con cadenza almeno mensile dall’Asl, sempre in base ai criteri imposti dalla normativa, che analizza campioni d’acqua prelevati a meno di un metro di profondità nei punti adibiti alla balneazione.

Siccome a Como l’unico punto in cui il Comune ha richiesto il monitoraggio per consentire la balneazione è il Lido di Villa Olmo, l’Asl non effettua analisi altrove e le disposizioni di Palazzo Cernezzi vietano di tuffarsi nel resto del primo bacino.

Per i bagnanti nel primo bacino è prevista anche una sanzione con ammende pari a 50 euro. Vigilanza e accertamento spettano alla Polizia locale e alle Guardie ecologiche volontarie, e in effetti dopo in questi giorni i controlli si stanno vedendo almeno nella zona di Villa Geno dopo l’annegamento di un ragazzo settimana scorsa. Il cartello che riporta il divieto in quel punto non si trova, come non se ne trovano fuori dalla darsena in fondo a viale Geno, nell’area del monumento ai caduti e del tempio Voltiano, fuori da Villa Olmo.

Sia la Como Nuoto che l’Open Lido invece li hanno all’interno, mentre in prossimità del lago ci sono due cartelli che vietano di fare il bagno in un luogo pubblico: uno è quello del regolamento del parco di Villa Olmo esposto sulla cancellata che tra i vari divieti riporta quello «di spogliarsi e bagnarsi fuori dagli appositi stabilimenti balneari». L’altro si trova invece nell’area dell’«idroscalo internazionale di Como» a Tavernola di fianco al parcheggio multipiano. Quella sarebbe «circoscrizione aeroportuale Malpensa» e in quanto tale sono vietate la pesca e la balneazione nell’«area di rispetto dell’idroscalo».

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