Il Comune “dimentica” la condanna
Scibelli presenta il conto: 45mila euro

Notificato un precetto a Palazzo Cernezzi: ennesimo pasticcio dell’amministrazione

Non pago di aver subito una sconfitta giudiziaria - e di immagine - pesantissima, l’ufficio legale del Comune di Como si dimentica pure di onorare la sentenza del giudice e così si vede ora arrivare un precetto di pagamento, che gli costerà più caro dell’esborso sancito dal pronunciamento della magistratura.

Procede di pasticcio in pasticcio la gestione dell’affaire Scibelli da parte dell’amministrazione cittadina. Chi ha buona memoria si ricorderà che Filippo Scibelli, ex ufficiale dei carabinieri, aveva scelto la via del congedo nel 2018 dopo che il sindaco Mario Landriscina lo aveva voluto per ricoprire l’incarico di capo di gabinetto e dirigente con delega alle risorse umane in quel di Palazzo Cernezzi. Scibelli, che dopo la prima esperienza lavorativa sul Lario da comandante della compagnia di Como, si è innamorato della città, aveva accettato con entusiasmo la proposta del primo cittadino, salvo dopo pochissimi giorni essere messo alla porta con una serie di provvedimenti bollati come illegittimi dal giudice del lavoro.

Lo scorso mese di ottobre, a conclusione di un braccio di ferro in cui l’amministrazione cittadina arrivò anche a rifiutare di fatto - come invece suggerito dal giudice - di trovare una soluzione stragiudiziale facendo un’offerta al mancato dirigente per evitare la causa, il Tribunale condannò il Comune a pagare a Filippo Scibelli i danni per il licenziamento illegittimo. La somma stabilita era di 44.100 euro che l’amministrazione avrebbe dovuto versare, entro la metà di gennaio, all’ex ufficiale dell’Arma. Ma che, invece, non ha pagato.

Da qui la decisione del legale che ha seguito Scibelli in tutta la controversia, ovvero l’avvocato Elisabetta Di Matteo, di inviare all’ufficio legale di Palazzo Cernezzi un precetto di pagamento. Si tratta di un’intimazione a pagare a fronte di una sentenza che non concede scappatoie al riguardo. La questione è che l’essersi “dimenticati” di onorare quanto ordinato dal giudice, finirà per costare un esborso extra al Comune (tradotto alle tasche dei cittadini comaschi) perché oltre ai 44.100 euro ovviamente Scibelli chiede il pagamento degli interessi legali e il suo difensore quello delle spese sostenute per lo stesso precetto. Si dirà: un migliaio di euro o poco più, ma pur sempre denaro della collettività.

Ma la cifra potrebbe aumentare

E a proposito di cifre, in realtà la vicenda del capo di gabinetto inspiegabilmente - e illegittimamente - allontanato dopo appena una settimana dalla nomina, rischia di costare molto più dei 45mila euro (e poco più) del precetto notificato nei giorni scorsi.

Infatti il giudice, nella sua sentenza, aveva stabilito che l’ex ufficiale avrebbe avuto diritto a ricevere per intero la cifra pattuita con il Comune di Como, ovvero 79.830 euro lordi all’anno (per una somma complessiva pari a 342.603 euro), ma avendo nel frattempo Scibelli trovato un altro lavoro, il tassametro si è fermato a 44.100 euro. Quell’occupazione, però, è terminata con la fine dell’anno scorso. Questo significa che Scibelli ha diritto a chiedere lo stipendio dalla fine del suo lavoro alla data della chiusura - la prossima primavera - del mandato di Landriscina, tradotto oltre 100mila euro in più per le casse comunali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA