Il grande cuore di zia Fausta
Una vita accanto agli ultimi

Fausta De Martini, 83 anni, si è spenta al Sant’Anna. A Shantinagar, in India, ha costruito una scuola e un ospedale. I funerali lunedì al Monumentale

Addio al cuore buono ed instancabile di Como. Se n’è andata a 83 anni Fausta De Martini, per tuttisemplicemente Zia Fausta, la donna che con il suo impegno umanitario ventennale ha portato sorrisi e speranza nelle zone rurali più povere del subcontinente indiano, dove assieme alle suore missionarie dell’Immacolata si occupava di bimbi abbandonati e spesso malati, altrimenti costretti alla miseria e ad una vita di stenti e solitudine. Zia Fausta è mancata all’ospedale Sant’Anna dove era ricoverata da qualche giorno in seguito ad una malattia improvvisa che l’aveva colta nella sua abitazione e che si era aggravata nelle ultime ore.

I funerali si terranno lunedì 15 maggio alle 15 nella cappella del Cimitero Monumentale di Como

Una morte che ha colto di sorpresa i tanti, tantissimi comaschi che la conoscevano e le volevano bene e che oggi la ricordano, attoniti dal dolore, come una donna «forte e carismatica, che entrava nelle vite e nelle case di tutti e sapeva farsi volere bene», «conoscerti è stato un privilegio, volerti bene un onore» aggiunge un altro amico.

È anche per questo, per la sua capacità di essere guida, di dare consigli, di essere vicina alle sofferenze che Fausta era la zia di tutti; era la zia dei comaschi, ma soprattutto era la zia di quelle bimbe indiane a cui aveva deciso di dedicare anima e corpo dopo la scomparsa prematura del figlio Carlo, avvenuta 26 anni fa. Non sposata, viveva da sola in un appartamento del centro storico, ma da tempo trascorreva almeno un mese all’anno in India per seguire direttamente l’avanzare dei progetti che finanziava attraverso “Un ballo per la vita”, l’appuntamento di beneficenza che nell’ultima edizione 2016 si era svolta alle Serre Ratti di Casnate con Bernate.

L’ultimo progetto realizzato, solo un paio di anni fa, è una casa per bambine cieche ad Athani, località sperduta della regione del Karnatak, dove hanno trovato accoglienza diverse bambine non vedenti abbandonate dalle famiglie, un progetto non ancora completamente terminato visto che nei sogni di Zia Fausta c’era quello di poter dotare la casa di un sistema di filodiffusione per allietare con la musica le giornate di queste bimbe sfortunate.

Ma l’impegno di questa generosa comasca è iniziato quasi trent’anni fa con una visita ad un lebbrosario: fu quella, come ebbe modo di raccontare lei stessa, la svolta della sua vita, il momento in cui decise che avrebbe trasformato il dolore straziante della perdita di un figlio in una ragione per andare avanti. Fare del bene, ridare sorrisi alle “sue bambine” come era solite chiamarle: è così che nelle province più povere dell’India sono sorte scuole ed ospedali, case di accoglienza e centri per i malati terminali di Aids.

Il primo progetto, il suo gioiello, è stato Shantinagar, una scuola con annesso un ospedale attrezzato con sala operatoria, reparto maternità e laboratorio analisi in cui vivono e ricevono istruzione gratuita oltre mille bambini.

Ed è proprio per sostenere tutti questi progetti che Zia Fausta girava ogni giorno in sella alla sua bicicletta alla ricerca di sponsor, aiuti, appoggio; un impegno d’amore senza fine, il suo, sorretto da una volontà di ferro e da un carattere deciso - badava molto più ai fatti che alle parole - che è arrivato fino a papa Francesco, che Fausta De Martini incontrò due anni fa.

Ora, in attesa di capire se e come qualcuno raccoglierà la sua eredità, sono già in molti a sperare che Como le renda omaggio conferendole un Abbondino d’Oro alla memoria.

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