Il Green pass sul bus,
esordio senza disagi
C’è chi chiede la Dad

Certificazione obbligatoria dai 12 anni in su - Ieri controlli e nessuna multa, ma spunta il caso scuola - Genitori “no pass” ai presidi: consentite le lezioni da casa

Tutto è filato liscio. Da ieri e fino al 15 gennaio i maggiori di 12 anni possono salire sui mezzi pubblici solo con il Green pass. A Como, il primo giorno non ha registrato grandi difficoltà: alla mattina e al pomeriggio, nelle ore di punta, i controlli di Asf hanno verificato il possesso del certificato verde alle fermate di piazza Camerlata e piazza Matteotti. Nel loro lavoro, sono stati accompagnati dalle guardie giurate: l’obiettivo è scongiurare sul nascere qualsiasi tipo di tensione che si potrebbe creare durante le operazioni. Stando ai riscontri avuti dall’azienda, nessuno è salito a bordo sprovvisto di Green pass e, al contempo, non ci sono stati studenti lasciati a terra perché senza certificato.

La giornata

Tutto tranquillo anche per chi si è mosso con i treni: anche in questo caso, non si sono segnalati grossi problemi. Dal fronte scolastico, nessun istituto ha registrato difficoltà ulteriori (soliti ritardi a parte, ma non dovuti alle operazioni di verifica). I controlli proseguiranno a campione anche nei prossimi giorni. La norma prevede il possesso del lasciapassare per prendere i mezzi pubblici: è sufficiente quello “base”, ottenibile anche solo con un tampone molecolare o antigenico. Nel primo caso, la validità è 72 ore, nel secondo, invece, 48. La misura, attiva fino al 15 gennaio, vale a prescindere dal colore della zona.

Come ribadito dal Governo e pubblicato sul proprio sito, i minori di 12 anni potranno usare i mezzi del trasporto scolastico dedicato esclusivamente a loro (per esempio gli scuolabus) anche senza Green pass.

Alcuni genitori si stanno organizzando per portare a scuola, in macchina, i propri figli, evidentemente sono contrari al Green pass. Sono spuntati gruppi Telegram sui trasporti solidali, per “non restare a piedi”. A questo proposito, incrementerà verosimilmente il numero di auto in strada, con ripercussioni sul traffico. Già, rispetto agli anni pre Covid, il trasporto privato è aumentato parecchio: basti pensare che gli abbonamenti ai bus, rispetto al 2019, sono calati del 35% circa. La vera sorpresa è stata però un’altra. La nuova disposizione del Governo ha infatti portato diverse famiglie, verosimilmente impossibilitate ad accompagnare i figli in classe, a rivolgersi alla scuola chiedendo l’attivazione della didattica a distanza per i propri figli, pur di non vaccinarli o sottoporli al tampone.

La risposta delle scuole

Una richiesta, per esempio, è arrivata al Giovio, due invece al Caio Plinio. Domande sono arrivate anche alla Da Vinci Ripamonti: in questo caso, a titolo informativo, gli studenti, attraverso i propri rappresentanti l’hanno domandato alla preside Gaetana Filosa . In tutti i casi, i dirigenti hanno risposto picche.

«Un mese fa - spiega il preside del Volta Angelo Valtorta – un genitore ha chiesto se potevamo attivare la didattica a distanza per suo figlio perché non vaccinato e quindi più “esposto” ai rischi del contagio. Abbiamo detto di no: la normativa non lo prevede». Nessuna richiesta al Ciceri: «Se arrivassero, risponderò di no. Si è fatto di tutto per evitare la Dad e adesso addirittura la si domanda – afferma il preside Vincenzo Iaia – Mi sembra un paradosso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA