Il liceo Giovio saluta Caggiano
Va in pensione un preside speciale

Prima da docente e poi da dirigente, una vita al liceo Giovio: «Qui i miei migliori ricordi» - «Anni magnifici, abbiamo continuato ad innovare»

Per Marzio Caggiano non poteva forse esserci momento più adatto della serata di venerdì, quando i ragazzi del laboratorio teatrale, da lui creato trent’anni fa e condotto per tantissimo tempo, hanno messo in scena lo spettacolo di fine scuola.

Sul palco del teatro Nuovo di Rebbio, il preside ha annunciato che questo appena trascorso sarà il suo ultimo anno alla guida del Giovio.

Sessantasette anni compiuti nel 2019, dopo tantissimo tempo trascorso nel mondo della scuola, di cui trent’anni solo al liceo di via Paoli, Caggiano andrà in pensione.

«Sono stati anni magnifici - dice - abbiamo continuato a innovarci e a esplorare in maniera creativa. Siamo riusciti a sviluppare diverse iniziative, introducendo quattro nuovi indirizzi di studi. È stato un progetto plurale, composto di tantissimi e bellissimi battiti d’ali di farfalle capaci di generare quell’uragano che oggi è il Giovio». Nato nel 1952, entrò per la prima volta dal cancello della vecchia maternità nel 1988 come docente di lingua e civiltà inglese.

Restò fino al 2007, prima di diventare preside all’istituto comprensivo Como Borghi, incarico che ricoprì fino al 2010. L’anno successivo, a settembre del 2011, cominciò l’avventura da dirigente scolastico che si concluderà quest’estate.

«Cosa mi mancherà di più? Certo gli alunni - continua - hanno dimostrato negli anni d’essere molto permeabili e aperti alle novità. Prendiamo come esempio i creatori dello spettacolo di venerdì: sono pieni di gioia e creatività, riescono a sfatare i luoghi comuni sui giovani». Caggiano lascia la scuola più popolosa (più di 1.600 ragazzi) e, come hanno confermato i dati delle ultime iscrizioni, la più scelta dalle famiglie comasche. Gli indirizzi sono otto, fra cui il quadriennale e il “biomedico”, voluti con decisione dal preside.

Per due anni di fila, non senza conflitti con una parte del corpo docente e dei genitori, è stata invece bocciata per un soffio dal consiglio d’istituto l’introduzione della settimana corta.

«Rimpianti? Forse si sarebbe potuto fare di più – spiega – però sono soddisfatto perché abbiamo realizzato molto. In otto anni, abbiamo sempre cercato di guardare all’innovazione didattica senza mai fermarci, cercando di trasformare in vero accesso quelle porte che erano solo disegnate sui muri. Con fermezza, ma sempre con un approccio inclusivo».

Verso metà giugno si aprirà la fase dei trasferimenti. Una volta terminato l’iter, si scoprirà chi prenderà il posto di Caggiano. È quindi ancora presto per saperlo e, con buona probabilità, fra i dirigenti in scadenza di contratto saranno in diversi a presentare domanda (e giocando un po’ con la “fantapresidenza”, uno fra i papabili potrebbe essere per esempio il preside della Ciceri Nicola D’Antonio).

«Per me il Giovio è stata una bellissima giornata di sole, fin dal primo giorno – conclude – gioia, bellezza e libertà sono state le tre aree semantiche che ho provato a riempire di senso. Sono contento: oggi gli studenti del liceo hanno un forte senso di appartenenza e libertà».

Valori preziosi a scuola e nella vita.

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