Il mistero del santuario di Maccio, attesa per le parole del vescovo

Villa Guardia L’interessamento del Papa sull’esperienza mistica del maestro Genovese. Don Gigi: «Ascolteremo cosa ci dirà il cardinale Cantoni il 17 settembre alla fine del sinodo»

Sul santuario di Maccio e sulla rivelazione manifestatasi nel santuario della Santissima Trinità Misericordia si accendono ancora i riflettori. Ad interessarsi della chiesa sulla collina e dell’esperienza di particolare intensità mistica dal maestro Gioacchino Genovese è il Santo Padre in persona. Tra le belle notizie da Roma, il cardinale Oscar Cantoni ha portato come noto anche quella che riguarda Maccio. In un momento di grande importanza quale la creazione dei nuovi cardinali Papa Francesco, parlando con il vescovo di Como, ha chiesto del maestro Genovese. È stato lo stesso cardinale a riferire quanto affermato dal Papa: «Mi saluti il veggente». «È in contatto con quella persona che sta vivendo questa esperienza spirituale a Maccio - ha aggiunto il cardinale - Il Papa mi ha detto anche questo. Il giorno dopo c’è stato un collegamento, il Papa è molto colpito da questa esperienza».

Il contatto tra il Santo Padre e il maestro Genovese fa presagire anche una risposta che da anni la chiesa di Como attende da Roma. Il vescovo, ancor prima di diventarere cardinale, aveva già annunciato che sui fatti di Maccio ci sarebbe stato un chiarimento. «L’intenzione del vescovo era quella di spiegare i fatti di Maccio in occasione del ringraziamento per la conclusione del sinodo, il 17 settembre in santuario – dice don Gigi Zuffellato, parroco e rettore del santuario di Maccio – il Signore si è rivelato come Trinità Misericordia attraverso Gioacchino, vedremo cosa ci dirà il vescovo». Si potrebbe essere vicini ad una risposta sulla rivelazione accaduta a Maccio: «Constat de supernaturalitate», ovvero c’è qualcosa di soprannaturale; oppure «Non constat de supernaturalitate», ossia: non c’è nulla di soprannaturale, o: «Constat de non supernaturalitate», è accaduto qualcosa di particolare, ma non soprannaturale. Solo il vescovo può decidere se e come rendere pubblica la comunicazione della Congregazione per la Dottrina della Fede, sempre che ci sia stata.

Genovese è un uomo molto schivo che su questa sua esperienza non è mai stato propenso a parlare con i giornalisti, men che meno ad apparire. Negli ultimi anni è anche più raro trovarlo alle funzioni a Maccio. Il maestro Genovese non è stato presente fisicamente a Roma, sebbene invitato, ma era lì in un collegamento privilegiato e la sua musica ha concluso la prima messa da cardinale del neo cardinale. “Canto a Maria”, composta da Genovese ha il testo di Oscar Cantoni, scritto quando era ancora vescovo di Crema.

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