Il neonato soffocato per errore dalla mamma. Il medico: «È importante sorvegliare, ma sui bimbi in stanza non si torna indietro»

Ospedali Il primario di Ostetricia del Valduce: «“Rooming in” sicuro. Pratica fondamentale per la salute, ma ci sono regole da rispettare»

«Certe pratiche sono assolutamente validate a livello scientifico e non sono in discussione. Certo, poi occorre rispettare tutta una serie di prescrizioni perché possano essere attuate in sicurezza. È come dire che un’auto è del tutto sicura: se poi non ci si allaccia la cintura di sicurezza ci si può comunque fare male».

Cause ignote

Daniele Merazzi, direttore del dipartimento Materno-infantile all’ospedale Valduce, vuole fare chiarezza sulle polemiche seguite al caso del bimbo di tre giorni morto in un ospedale romano: «Premessa la doverosa solidarietà a quella mamma, non si sanno ancora le cause del decesso, al di là delle supposizioni. Poi, gli eventi tragici avvengono in tutte le situazioni, dentro e fuori gli ospedali, e l’ostetricia non fa eccezione. Ci sono -rarissime per fortuna, ma ci sono - le morti improvvise fetali, le morti della madre durante il parto, le morti in culla e i cosiddetti Supc, sigla inglese che sta per collasso neonatale improvviso inaspettato, e fino a prova contraria a questa fattispecie dobbiamo ricondurre il caso di Roma».

Tuttavia si è puntato il dito contro il “rooming in”, la pratica ormai consolidata di lasciare il neonato in camera con la mamma, quasi corrispondesse a un “abbandono” della puerpera: «Non scherziamo. Ci abbiamo messo 15 anni a umanizzare l’ospedalizzazione, ci ricordiamo quando i neonati venivano “sequestrati” al nido? Il contatto stretto e precoce tra mamma e bimbo è fondamentale per lo sviluppo del piccolo. Ci sono evidenze scientifiche che i primi venti minuti di interazione con la madre lasciano tracce nella risonanza magnetica dell’encefalo del bambino. Le linee guida di tutti gli organismi internazionali, a partire dall’Oms, hanno fatto propri questi concetti. Però tutto questo richiede delle accortezze di osservazione, sorveglianza e comportamento che sono rigorosamente prescritte. Tornando al caso di Roma, se queste regole non sono state osservate è materia del magistrato: ma certo non si possono mettere in discussione le linee guida di cui abbiamo parlato, che non sono mode o bizzarrie».

Non dormire insieme

Quali sono queste accortezze? «Per esempio mai dormire con il neonato. Allattare va bene, ma poi bisogna rimetterlo nel lettino accanto al letto, coricato sulla schiena, senza cuscino e paracolpi.». E in ospedale? «Al Valduce naturalmente pratichiamo il rooming in e nelle prime due ore dopo il parto compiliamo una scheda di osservazioni. Ogni 10-15 minuti controlliamo il neonato e la madre, il contatto fisico serve a evitare la dispersione termica e a mantenere il metabolismo. Durante il rooming in poi c’è assistenza giorno e notte da parte dell’ostetrica, della puericultrice e dell’infermiera. Detto questo, quando torna a casa, o se partorisce a casa, la mamma deve saper mettere in pratica da sè le buone pratiche. Quindi bisogna dare ai genitori tutte le informazioni sulla sicurezza per quando non avranno più assistenza».

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