Il nostro calcio in lutto: addio a Balducci
La voce del Como idolo dei tifosi azzurri

Si è spento il popolare commentatore televisivo - Sempre diretto, commentava partite dagli Anni Ottanta ed era un grande professionista nel settore farmaceutico

Il microfono si è spento. Per sempre. Resta lì, sul tavolo, come un piccolo monumento ai ricordi splendidi del Calcio Como. Così ci tocca raccontare la scomparsa di Nino Balducci , 86 anni, la voce della squadra azzurra: commenti, telecronache, interviste dagli Anni Ottanta a oggi, prima per VideoComo e poi per Espansione Tv. L’idolo dei tifosi azzurri, il vate da cui attingere pillole di sarcastica crudezza.

In fondo è stata la sua passione per l’azzurro a tradirlo. Il 25 novembre del 2021, reduce da una tremenda forma di Covid, non aveva voluto mancare a Como-Olbia, giocata a temperature polari. Un malore, e da lì un calvario durato un anno e mezzo. Balducci per i tifosi del Como era un oracolo, addirittura un modo di pensare. Noi diciamo che era un ossimoro: nella città alla quale non piacciono le urla, le notizie strillate, le polemiche roboanti, al cospetto di una umanità che preferisce le cose sussurrate, aveva fatto irruzione lui, con le sue urla, le sue critiche dialetticamente violente, che lo facevano diventare paonazzo, e dunque credibile. Noi sappiamo perché Balducci aveva tanto successo e tanto affetto da parte dei tifosi del Como: perché era genuino, era diverso dagli urlatori di oggi nati in provetta, a tavolino, con le strategie scritte per diventare essi stessi protagonisti, con uno slogan, una frase, un soprannome. Urlatori di plastica. Lui no: lui urlava perché era quello che sentiva dentro, e i tifosi riconoscono immediatamente una la recita dalla spontaneità.

Urlava perché Nino Balducci era soprattutto un grande tifoso del Como. Forse il più tifoso di tutti. Uno che celebrava alla stessa maniera una salvezza in serie A e una promozione dalla serie D. Se volete capire chi era Nino Balducci, non collegatevi con le immagini di Como-Milan del 1988 o di Como-Livorno del 2001, alle sue urla per la salvezza in A o per la promozione in B, microfono in mano e pugno al cielo. Meglio andare a vedere le immagini di Legnano del 2008, la promozione dalla D. Balducci è in campo che corre con il microfono in mano, la voce rotta dalla commozione, sotto la curva dei tifosi comaschi.

Molti lo conoscevano per i suoi commenti televisivi, ma nella vita Balducci era stato un grande professionista nel settore farmaceutico, dove dal nulla era diventato fior di dirigente. Instancabile, viaggiava come una trottola in giro per l’Italia, ma non mancava una trasferta del Como, spesso in compagnia di Livio Prada : intransigente, professionale, ambizioso, duro nella sua attività, esattamente quello che pretendeva dai giocatori. Ciao, caro Nino: ci hai fatto divertire...

© RIPRODUZIONE RISERVATA