Il Politecnico contro la Fondazione Volta. «Ci dovete 380mila euro per i ricercatori»

Lo scontro L’università contesta il mancato rispetto di un accordo con UniverComo nel 2007. Sullo sfondo sei assunzioni strategiche per la città. I legali replicano: «Nulla è dovuto, lavoravano a Milano»

Il Politecnico dopo cinque anni chiede alla Fondazione Volta 380mila euro di stipendi per giovani ingegneri assunti nel Polo di Como, ma la Fondazione Volta ribatte: quei ricercatori negli ultimi anni non erano al loro posto. Il denaro non era dovuto. Quando ancora il Politecnico, nel 2007, intendeva mettere radici nella nostra città, aveva sottoscritto un accordo con l’allora UniverComo, oggi confluita nella Fondazione Volta. Secondo la convenzione il Politecnico si impegnava ad attivare sei posti da ricercatore a tempo indeterminato per dieci anni in settori scientifici rilevanti per le attività del territorio comasco, in particolare nel settore del tessile e del legno arredo. In cambio UniverComo ha garantito un milione e 200mila euro in rate annuali.

«Dal 2015 la Fondazione Volta ha smesso di pagare quanto dovuto – scrivono i legali del Politecnico, in un sollecito di pagamento inviato all’ente comasco prima dell’estate – Le ultime fatture emesse dall’ateneo sono rimaste insolute. Ad oggi la Fondazione risulta debitrice di nei confronti del Politecnico di un importo complessivo pari a 380.699 euro». Oltre alle borse di ricerca per gli ultimi tre anni risultano anche 20mila euro circa non saldati per l’affitto di una sala congressi.

«Dal 2015 la Fondazione Volta ha smesso di pagare quanto dovuto. Le ultime fatture emesse dall’ateneo sono rimaste insolute»

L’ateneo milanese chiede a Fondazione Volta di pagare il conto altrimenti «si riterrà libero di agire per la tutela dei propri diritti ed interessi anche in via giurisdizionale al fine di recuperare le somme dovute». Tra ingegneria gestionale, design e informatica a Como sono arrivati tra il 2010 e il 2015 tanti giovani studenti promettenti da tutto il mondo.

A distanza di un mese la Fondazione Volta, per tramite dei suoi avvocati, non solo ha risposto che nulla è dovuto. Ma ha addirittura chiesto al Politecnico di restituire parte dei fondi versati in passato. «La documentazione in possesso – recita la missiva dei legali della Fondazione – non è idonea a dimostrare che gli adempimenti del Politecnico e, in particolare, l’effettivo e stabile insediamento presso il Polo di Como dei sei ricercatori». L’attività sarebbe stata collegata al solo polo milanese. Quando la convenzione prevedeva che i ricercatori fossero in forze «presso il Polo di Como per tutto il periodo» con un impegno nella nostra città «effettivo e stabile». Non è tutto, perché la Fondazione di contro chiede indietro al Politecnico 163mila euro per dei crediti mai restituiti.

La Fondazione contesta: siete voi a doverci restituire 163mila euro

Il Politecnico non abita più nella nostra città da ormai cinque anni. Nel 2017, sfumato il progetto per costruire un campus nel San Martino, ha iniziato a fare le valigie e nel 2018 ha deciso di chiudere i corsi. L’addio del Politecnico alla città è stato sofferto. A lungo ci sono stati strascichi e partite ancora aperte, per esempio con l’università dell’Insubria. Sulla proprietà di alcuni stabili allora in uso al Politecnico si è arrivati ad una conclusione solo nei giorni scorsi. Con il passaggio di una parte della torre di via Valleggio all’ateneo che ha sede tra Como e Varese. Ma anche con il Comune ci sono dei capitoli ancora irrisolti. Per esempio l’aula magna di via Castelnuovo, di proprietà di Palazzo Cernezzi, chiusa da cinque anni. Uscendo il Politecnico l’ha restituita al Comune, ma secondo l’amministrazione comunale dovevano essere fatte delle manutenzioni che invece ancora mancano all’appello.

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