Il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, e il caso Lucini: «Sindaci indagati per tutto, così non va»

Dopo l’assoluzione paratie «Il 93% delle inchieste finisce in niente». «Rivedere al più presto le responsabilità dei primi cittadini, l’ho detto anche a Mattarella»

«Il 93% dei procedimenti penali aperti per le più diverse ragioni nei confronti di sindaci e amministratori si sono chiusi senza una condanna. Siamo di fronte a un numero che deve fare riflettere». A dirlo è Mauro Guerra, avvocato, sindaco di Tremezzina, presidente regionale Anci (Associazione Comuni d’Italia) e con un passato anche in Parlamento. Il tema, quello del rapporto tra gli amministratori locali e le responsabilità che gli vengono imputate, Guerra lo aveva portato lo scorso 2 novembre nel suo saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Bergamo e ora torna di stretta attualità sulla vicenda paratie, che ha visto l’assoluzione del sindaco Mario Lucini.

Una questione, quella del ruolo degli amministratori e dell’alto rischio di finire sotto inchiesta, su cui Guerra è intervenuto più volte nel suo ruolo di numero uno dell’Anci. «La prima cosa - spiega - è il tema, che ho posto anche al presidente della Repubblica, della riperimetrazione delle responsabilità che stanno in capo a sindaci e amministratori per renderle più corrispondenti ai reali poteri e competenze che i sindaci hanno. La situazione attuale vede infatti i sindaci chiamati a una responsabilità oggettiva per tutto quello che accade nel territorio del loro Comune (si va da un cancello difettoso a un defibrillatore scarico al crollo di un soffitto, per fare qualche esempio, ndr) ed è per questo che va ridefinito l’ambito delle responsabilità, avendo presente che compiono atti di indirizzo politico e non fanno gestione».

Seconda questione, secondo Guerra, è «la necessaria distinzione tra gli atti amministrativamente non legittimi e quelli che, invece, sono atti, omissioni o altro a cui rispondere penalmente». Una linea di demarcazione forte quindi tra quello che sono reati penali e quelli che, invece, sono errori di procedura sanabili dal punto di vista amministrativo. Per il referente dei sindaci lombardi «siamo un Paese nel quale per contrastare patologie che ci sono state e ci sono rischiamo di fare norme che trattano la normalità partendo dal presupposto che gli amministratori sono tutti tesi a delinquere e, quindi, si mettono in atto meccanismi complicati per impedirglierlo».

«Non chiediamo condizioni di impunità o di immunità di nessun tipo, ma responsabilità a cui corrispondano competenze effettive e che le fattispecie di reato siano meglio definite»

Si dovrebbe, insomma, secondo Guerra, partire da un approccio “normale” andando ovviamente a colpire chi viola la legge. E anche sulle responsabilità penali, il primo cittadino di Tremezzina, auspica che «si definiscano fattispecie precise di responsabilità penale». Chiarisce in ogni caso che non c’è la volontà di chiedere sconti. «Non chiediamo condizioni di impunità o di immunità di nessun tipo, ma responsabilità a cui corrispondano competenze effettive e che le fattispecie di reato siano meglio definite». Accanto alle responsabilità penali ci sono anche quelle erariali a cui si aggiungono - ma questo vale per tutti - i tempi lumaca della giustizia che, oltre ad avere impatti sulle singole persone, lo hanno anche sul funzionamento dei Comuni. Il presidente di Anci Lombardia spiega poi che «si moltiplicano denunce infondate nei confronti dei sindaci che poi portano all’apertura di fascicoli penali e, come abbiamo visto in un’indagine portata avanti con la Prefettura di Milano, questi diventano anche strumenti di intimidazione». E tutto questo ha, tra le conseguenze, quello di trovare sempre meno persone (giovani in testa) con la voglia di mettersi in gioco.

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