Il Tempio Voltiano
torna a splendere
Eccolo dopo i lavori

A più di sei anni dal crollo, chiuso il cantiere. Mancano gli ultimi interventi per la prevenzione incendi. L’assessore Gervasoni: «Prima di Pasqua la riapertura definitiva»

La porta intarsiata del Tempio Voltiano è aperta e il monumento più famoso di Como, anche se di turisti non se ne vede l’ombra, attira gli sguardi di qualche comasco di passaggio vicino al lago. L’ingresso esterno è stato completamente ripulito (di notte, con la nuova illuminazione, l’effetto è decisamente suggestivo) e il bianco porta quasi automaticamente a salire le scale per dare un’occhiata all’interno.

Restauro meticoloso

In corso c’è un sopralluogo tra l’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni e i tecnici di Palazzo Cernezzi per valutare gli ultimi interventi prima della riapertura al pubblico: «Prima di Pasqua riapriremo completamente e da ultimare c’è la posa di una porta in ferro e vetro all’ingresso, fatta su misura, che consente di separare i flussi di entrata e di uscita, prevista in accordo con la Soprintedenza. Poi si procederà con le pulizia di pavimenti, teche e colonne e tutti potranno visitare questo patrimonio cittadino».

Lo sguardo, entrando nell’edificio, è immediatamente catturato dai colori, dalle pareti, dai rosoni restaurati e ancora dall’assenza di ponteggi, transenne, cavalletti, reti di protezione e cartelli di pericolo. “Arredi” a cui - fino alla chiusura definitiva - ci si era purtroppo abituati dal crollo di una grossa porzione dell’intonaco nell’estate del 2014, tra il 4 e il 5 luglio.

Un iter lunghissimo per arrivare alla conclusione dei restauri: prima i test per verificare le cause del distacco, poi le analisi sui materiali e ancora i progetti, i via libera della Soprintenza, i lavori a singhiozzo con una serie di ritardi che avevano via via fatto slittare la data di avvio. Tra l’altro, dopo la prima messa in sicurezza (con delle maxi reti) era emersa un’ulteriore pericolosità dei soffitti che avevano portato alla chiusura del primo piano al pubblico.

Gli intonaci e gli stucchi sono quindi stati rifatti integralmente, con particolare attenzione agli elementi decorativi e alla scelta dei materiali. Uno studio dettagliato è stato fatto anche sui colori delle pareti con un’analisi approfondita delle cromie, fino ad arrivare alla scelta di un particolare verde, che spicca subito appena ci si trova nella parte circolare al piano terra dell’edificio.

Operai e ponteggi, come detto, se ne sono andati e adesso il monumento inaugurato nel 1928 e donato alla città di Como da Francesco Somaini, industriale comasco, e progettato dall’architetto Federico Frigerio, è tornato a splendere.

Al piano terra ci sono le teche con le scoperte e le invenzioni di Alessandro Volta, dagli esperimenti con le rane alla pila, mentre al primo piano la galleria è riservata alla documentazione non solo dell’opera scientifica, ma anche al racconto della vita del fisico: ci sono infatti sculture, medaglie, oggetti personali (compreso lo scrittoio), pannelli esplicativi, riproduzioni fotografiche e libri.

Il mistero dell’orologio

Accanto allo scrittoio un espositore basso vuoto: è lì che era custodito l’orologio da taschino dello scienziato, placcato oro, sparito nel 2014. Un cimelio dell’alto valore soprattutto storico più che economico. La buona notizia è, da quanto sembra, che sia stato nel frattempo ritrovato e che si trovi ai Musei civici, pronto eventualmente a fare ritorno al Tempio Voltiano.

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