In 75mila via da Como per lavorare

La Camera di commercio ha monitorato il pendolarismo. Non è solo la Svizzera ad attrarre talenti. Anche Milano rappresenta una calamita per i nostri giovani. Saldo negativo tra chi entra in provincia e chi esce

All’estero, ma non solo. Anche l’area attorno a Como attrae i giovani e purtroppo non vale il caso contrario. E a cercare di far concorrenza al Ticino come calamita è Milano: 25.700 pendolari nel primo caso, 19mila nel secondo.

Il pendolarismo lavorativo, messo recentemente a fuoco in uno studio dalla Camera di commercio di Como e Lecco, è insomma in “perdita”: escono 75.100 persone, ne entrano 44.500. Non a causa della sola Svizzera, appunto, che attrae storicamente i comaschi con le sue opportunità di impiego, ma che non ha certo rallentato il ritmo con i giovani. Le aziende elvetiche guardano anche alle scuole di Como, a caccia di talenti. Altre aspettano che le nostre imprese provvedano a una formazione più specifica.

Lavorano oltre il confine ticinese 25.700 persone. Lo stipendio è l’unica ragione? Chiaramente, incassare somme superiori non è secondario, anche se l’altra faccia della medaglia sempre rimarcata rispetto all’Italia è rappresentata dalle minori tutele. Non si può scordare un altro elemento: sale sempre più l’asticella del profilo richiesto.

Spesso dunque i ragazzi si vedono arruolati anche per mansioni importanti, e ripagate pure in giovane età in maniera convincente. E anche qui, non c’entrano solo ragioni economiche: si trovano in un ambiente che per molti versi offre servizi e certezze differenti. Siamo in una provincia dove 2,8 abitanti su mille traslocano per l’estero. Tuttavia, ambienti più stimolanti vengono trovati anche in altre province italiane. Lo studio monitora l’area insubrica e scopre così che 36mila persone vanno in zone a Sud di Como a prestare la propria opera. Di queste, 19mila a Milano. E qui è utile per cogliere meglio il fenomeno, analizzare invece le cifre in direzione contraria. Nel nostro territorio vengono a lavorare solo 7mila milanesi. Il bilancio è in perdita anche a livello complessivo: se 36mila escono in generale, solo 32mila entrano.

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